In viaggio con un giovane e promettente attor comico

-di PIERLUIGI PIETRICOLA-

Per innescare l’effetto comico è necessario un ingrediente: condividere l’argomento su cui viene esercitata l’ironia più o meno sarcastica, impietosamente irriverente e che non cede ad alcuna pietà. Questa la ragione per la quale non sempre riusciamo a divertirci a battute di gags che provengono dall’estero. A meno che non si tratti di esempi universali che sono ormai assurti alla categoria di autentici geni – Laurel ed Hardy, Chaplin, Keaton per fare alcuni dei nomi più noti.

Mi è sovvenuto di ripensare a questo principio di scrittura d’un testo comico a seguito d’una simpatica esperienza.

In questi giorni, come tutti, mi trovo in vacanza all’interno di un villaggio non distante da Ostuni, la pugliese città bianca. Qui, dove il tempo quotidiano si sospende, ogni preoccupazione è rimandata a data da destinarsi. Si tratta di moderni paesi dei balocchi, dove ci si reca per allietare un po’ di giorni delle nostre quotidiane e noiose esistenze e dove, sovente, accade di fare piacevoli incontri. E quando ciò accade, la sopresa arreca ancor più piacere. Uno dei tanti spettacoli allestiti da un gruppo di attivissimi, talentuosi ed eclettici animatori, è stato dedicato alle abitudini degli italiani in vacanza. Protagonista della serata è stato un simpatico giovane attore comico brillante: Alessio Bellizia.

Un’ora e più di monologo nel corso del quale le inconsapevoli e neglette abitudini dei vacanzieri sono state messe alla berlina. Inutile sottolineare l’ilarità del pubblico, che ad ogni particolare evocato rispondeva ridendo e sussurrando al proprio vicino: “Anche a me è capitata questa cosa”, “Io pure faccio così”, “Sembra che si stia parlando proprio di me”.

I preparativi dei bagagli con le relative e abissali differenze fra quelli dell’uomo e quelli della donna; il viaggio in aereo con tutte le buffe disavventure in cui incappano i passeggeri, dal loro arrivo all’aeroporto fino al momento della fine del volo quando, dopo ore vissute in preda a paure di ogni tipo, si tira un sospiro di sollievo; il terrore di non vedere le proprie valige al ritiro bagagli e il conseguente fastidio di dover mettere assieme un guardaroba di emergenza; l’arrivo in villaggio, il rapporto con gli animatori, le abitudini alimentari dei vacanzieri grandi e piccoli; il modo con cui gli italiani si comportano in località estere anche di fronte ad emergenze che neppure sono state ipotizzate (fra tutte: la leggendaria maledizione di Tutankhamon, il cui nome altisonante nasconde in realtà un violento attacco di dissenteria dal quale ci si riprende dopo almeno tre giorni per coloro che si recano in vacanza in Africa).

Il merito di Bellizia, capo equipe del villaggio dove mi trovo, è consistito soprattutto nell’aver saputo instaurare un rapporto di confidenzialità col pubblico seduto sui gradoni dell’anfiteatro. Prerogativa di uno spettacolo comico, difatti, è dare l’idea che lo spettatore sia in una certa confidenzialità con l’attore che è sul palco a recitare. Da qui derivano altri elementi positivi della performance di Bellizia: una buona gestione dei tempi comici, un sapiente dosaggio della tecnica del tormentone, una capacità di improvvisare battute o di ampliare una trovata comica con misura e senza mai distanziarsi troppo dal copione.

Capita spessissimo, in particolare in un villaggio turistico di un certo livello, di incontrare persone che, dotate di un buon talento, hanno l’intelligenza di affinarlo mettendolo alla prova in spettacoli diversi da quelli solitamente proposti in contesti di tal genere. E sono, a mio avviso, ormai le sole opportunità che un aspirante attore ha per poter acquisire esperienza e consuetudine col palcoscenico e col pubblico, che altro non è che ciò che una volta si chiamava gavetta e che ha regalato interpreti che hanno segnato la storia dello spettacolo italiano e non solo: Rascel, Fabrizi, Sordi, Poli e tanti tanti altri.

C’è da pensare che Alessio Bellizia abbia doti e possibilità per poter, un giorno, calcare le scene di un palcoscenico importante. E quando ciò avverrà, ce lo possiamo immaginare con il pensiero vòlto alle sue passate stagioni nei villaggi turistici, ma contemporaneamente sempre desideroso di apprendere nuove tecniche di recitazione e scrittura scenica, per divertire il pubblico con trovate originali e in modo mai banale né ripetitivo.

pierlu83

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