Maturità 2019: niente “quizzone” e seconda prova multidisciplinare

 

-di GIULIA CLARIZIA-

Era da mesi che tra gli studenti delle scuole superiori si mormorava con preoccupazione rispetto all’imminente rivoluzione in merito all’esame di maturità. Oggi è arrivata la conferma del MIUR secondo la quale l’abolizione della tradizionalmente temuta terza prova, o “quizzone”, è stata accompagnata dall’introduzione di una seconda prova multidisciplinare.

Infatti, la prova che fino allo scorso anno prevedeva l’estrazione di solo una delle materie di indirizzo, ad esempio Greco o Latino per il Liceo Classico, Matematica o Fisica per lo scientifico, adesso le comprenderà entrambe.

In particolare, al Classico si dovrà tradurre una versione a scelta fra le due proposte, e poi rispondere a dei quesiti aperti nella materia non scelta nella versione. Stessa cosa si applicherà alla risoluzione di un problema di Matematica o di Fisica. Senza contare che i poveri studenti del classico nel dubbio avranno bisogno di un carretto per trasportare due vocabolari insieme, il timore che aleggia fra i banchi è che il tempo a disposizione per svolgere la prova non sarà adeguato alla lunghezza e alla difficoltà della stessa.

Per quanto riguarda l’orale, verrà dimenticata la tesina. Al suo posto, ci sarà un resoconto esperienze acquisite nei cinque anni e in relazione alla dibattuta alternanza scuola-lavoro. Anche questo aspetto ha contribuito a creare nervosismi tra alcuni giovani che lamentano di dover presentare alla maturità progetti di stage che non sono stati in alcun modo utili o attinenti al loro percorso di formazione.

Insomma, non c’è pace per i nostri adolescenti che dalla Buona Scuola ad oggi hanno dovuto continuamente far fronte alle direttive ballerine del governo. In ogni caso, al di là dello stress che proveranno gli studenti del “quinto”, pionieri della nuova maturità, il segreto per una sua buona riuscita rimarrà sempre lo stesso: studiare.

giuliaclarizia

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