Il futuro della memoria, i confini mentali e la governance della sovranità dell’Europa

– di PASQUALE LINO SACCA’ –

 

Francia e Germania commemoravano le vittime della Prima guerra mondiale, sabato 10 Novembre Merkel e Macron ed il giorno dopo domenica 11 con tutti gli altri Capi di Stato e di governo a Parigi. La domenica successiva, il 18, Macron parlava al Bundestag.

Quo vadis Europa? Parigi e Berlino riflettevano su una Europa più coesa, rafforzando l’UEM con un bilancio proprio dei Paesi che hanno adottato l’Euro e rendendo sicuro il sistema bancario. Sfilavano anche per le vie di Londra i sudditi di Sua Maestà, ma senza dare un futuro di Pace alla loro memoria. Infatti, le celebrazioni portano a ripensare i limiti dell’egoismo umano e nazionale, in questo aiuta un’attenta lettura dei Trattati di Pace della prima e Seconda guerra mondiale con un richiamo alla fonte o cause. La logica afferma: ipse dixit, che chi rappresenta il Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord non ricorda o non vuole ricordare che la stella polare della Pace ha consentito oltre settanta anni di convivenza pacifica. E’ un momento triste, che conferma che gli egoismi personali cancellano la memoria ed elevano muri, Brandt è da ricordare. L’accordo tra Unione e Regno Unito, Consiglio Europeo straordinario di domenica 25 Novembre, rende la Pace nel nostro Continente reversibile, certamente l’errore è stato commesso a Lisbona nell’introdurre l’art.50 nel Trattato, ma ancora persistevano e persistono confini mentali che in parte il cammino di pace dalle Comunità all’Unione ha aiutato a superare.

Rileviamo che, diversamente da quanto accadeva nella comune prassi di imporre con la forza la legge del più forte, l’Ungheria e la Cecoslovacchia non dimenticano, le Comunità prima e l’Unione successivamente hanno lasciato sempre che a decidere sia il singolo Stato. Così l’adesione per libera scelta in tutti gli allargamenti ed i Trattati ha facilitato l’integrazione e condiviso dei percorsi, come la cooperazione rafforzata, per continuare a piccoli passi a rafforzare una dialettica istituzionale, dove gli Stati fondatori per rendere più comunitarie le decisioni avevano attribuito alla Commissione il potere d’iniziativa. Lasciamo, quindi, che la May “disperatamente” continuai a sostenere il Brexit, confidiamo che Corbyn ed il suo partito non dimentichino la Pace, in continuità con le commemorazioni per un’Europa senza dumping né fiscale né sociale. Conseguentemente, aspettiamo che la Camera dei Comuni sfiduci l’attuale governo, quindi le elezioni con un dibattito chiaro e trasparente che permetta di decidere esaminando con logica correttezza il futuro della memoria; La sovranità del popolo potrà esprimersi comprendendo bene che il Canale della Manica non è un confine, visti i tanti “paradisi”, così come non è possibile ristabilire un confine e dividere il popolo irlandese al proprio interno.

Questo probabile scenario, aiuterà l’Europa degli egoismi nazionali a riflettere su come cogliere al meglio le opportunità di un Mercato Unico con una sua indispensabile Unica Moneta. Se Brexit insegna che è meglio Remain, poiché più di 500 milioni di consumatori sono un riferimento certo rispetto ad un singolo Stato che nella fattispecie conta appena 65 milioni di sudditi, si pone la necessità di governare l’Unione.

La Storia fa rilevare che il motore del cammino di Pace è rappresentato dalla volontà dei Cancellieri (Germania) e dei Presidenti (Francia) di proseguire ed avanzare su una maggiore integrazione, le celebrazioni dei cento anni dalla fine della Prima guerra mondiale sono un esempio. Però le sfide intercontinentali ribadiscono che l’Europa dei piccoli passi o le priorità di un potenziale Direttorio, Francia – Germania che, di volta in volta sceglie lo Stato o gli Stati più utili alle loro politiche, ha mostrato i propri limiti con il rischio di “un caos mondiale”. Questo contesto impone di andare oltre l’Europa e rendere più democratico il sistema decisionale internazionale. L’Unione ha da sempre disegnato un suo percorso democratico, che può essere velocizzato non tralasciando le logiche che negli strumenti finanziari, programmi ed azioni delle Unione hanno trovato la loro costruttiva espressione, aiutando le aree più decentrate e con un basso PIL ad integrarsi. Citiamo Interreg, che permette di mettere assieme più regioni o Paesi già di confine, con questa logica disegniamo i collegi per le elezioni del PE assieme ai membri della Commissione, già dal 2024; Provenza e Liguria, Malta e Italia insulare, così pure le regioni dei Pirenei (Spagna e Francia), della Germania e Polonia per citarne alcune come esempio di come portare in un unico Parlamento le istanze dello sviluppo locale; Nel contempo rileggiamo il Trattato per una Costituzione Europea e rendiamolo attuale dando un ruolo di seconda Camera al Consiglio dei Ministri dell’Unione o Consiglio dell’U.E., che rappresenta gli Stati, mentre l’elezione diretta dei Suoi membri darà alla Commissione il ruolo o la funzione democratica di governo dell’Unione, nel contesto di una dialettica istituzionale con il Parlamento: Camera dei cittadini e Camera degli Stati.

Certamente, in questa fase di conflitti commerciali, affrontiamo la riforma del sistema fiscale Europeo, consentendo un’oscillazione tra le diverse imposte non oltre il 3%, affinché la concorrenza sia effettivamente garantita nella lealtà dei rapporti e nella necessità di una uguaglianza sociale tra lavoratori e cittadini. Ricordiamo anche di togliere dal PIL il valore della vendita delle armi, di rispettare i parametri di Maastricht per rafforzare una politica di sviluppo che investa e non inveisca contro l’Europa, dato che lo spread insegna che se ti rivolgi ai mercati per sostenere il tuo debito, chi dà il credito vuole garantirsi che nel lungo o breve periodo “il prestito”, oltre ad essere remunerato, sia anche restituito. In questo contesto positivo s’inserisce la democratizzazione delle organizzazioni internazionali, affinché globalizzazione e sviluppo locale siano coniugati assieme, altrimenti forme nuove di colonizzazioni s’impongono. Rispondiamo con politiche d’inclusione e di formazione per continuare il cammino di Pace e diamo il meglio affinché dai Fondi Strutturali a Europa 2020 vi sia la capacità e la professionalità di cogliere le opportunità degli strumenti finanziari dell’Unione. In continuità prepariamoci in tempo ad essere protagonisti in Horizon Europe, il programma quadro (FP9 2021 – 2027) di ricerca ed innovazione, spieghiamo le eccellenze, poiché la ricerca aiuta a capire che l’Euro non è solo moneta, ma uno strumento della politica economica, che non permette la svalutazione, ma consente di migliorare ed innovare sia nella qualità delle merci che dei servizi, mentre Erasmus e Marie Curie dimostrano che i giovani sono Europei e crescono professionalmente se possono confrontarsi dialogando, percorrendo ponti nell’Europa sempre più digitale. Scenari reali di un’Europa che Bruxelles dimostra che esiste e che alla LUMSA abbiamo presentato con una metodologia che consente di esaminare la dialettica Istituzionale, la conclusione del Consiglio Europeo, il discorso annuale al P.E. del Presidente della Commissione ed il Programma del Trio di 18 mesi che si concluderà a fine Dicembre, mentre a Gennaio inizia il Trio di Presidenza, che evidenzia “l’interdisciplinarietà” e le diversità tra Storia e Geografia, Romania (Mar Nero), Finlandia (Baltico) e Croazia (Adriatico), mentre la bibliografia aiuta a capire e l’informazione a far conoscere una chiave di lettura ed Idea di un’Europa che ha garantito per un lungo periodo la Pace. Rispondiamo così alla domanda di Formazione per un’occupazione qualificata. Con questa Metodologia il 19 Dicembre abbiamo avuto l’opportunità di analizzare le conclusioni del Consiglio Europeo straordinario del 25 Novembre scorso ed il Consiglio Europeo di fine anno del 13 e 14 Dicembre 2018, guardando al 2019 ed ai diversi scenari delle elezioni di Maggio, del rinnovo della Commissione e della BCE. Si conclude così il Modulo di aggiornamento per giornalisti, che, iniziato il 9 Maggio 2018 con il commento alla Dichiarazione di Schuman, ha tenuto il 19 Dicembre l’ultimo seminario, guardando ai cambiamenti che Maggio 2019 già prevede, coerentemente con il futuro della memoria.

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