– di MAGDA LEKIASHVILI –
È un natale particolare per gli ucraini. La Chiesa ortodossa ucraina segna una pagina importante nella storia separandosi dalla chiesa russa e raggiungendo la sua indipendenza. A tal fine, Il patriarca ecumenico Bartolomeo, capo della Chiesa ortodossa globale, ha firmato un documento a Istanbul, in Turchia, per formalizzare la decisione presa nell’ottobre scorso. Perché ad Istanbul? Perché Istanbul rimane il centro della Chiesa ortodossa dopo che i turchi ottomani musulmani occuparono la città, allora conosciuta come Costantinopoli, nel XV secolo. Il “tomos” (Bolla Patriarcale e Sinodale) della chiesa, firmato dal Patriarca, dichiara ufficialmente l’indipendenza della Chiesa ucraina e verrà portato nella capitale Kiev il giorno del natale ortodosso, oggi, il 7 gennaio.
Le chiese dell’Ucraina sono state per secoli sotto l’autorità dei leader della Chiesa ortodossa russa a Mosca. Ma le tensioni all’interno della chiesa sono cresciute dopo che l’Ucraina ha riconquistato l’indipendenza nel 1991, con il crollo dell’Unione Sovietica. Da allora in poi, fino al recente scisma, ci furono tre rami della Chiesa ortodossa in Ucraina: la Chiesa ortodossa ucraina facente capo al patriarcato di Kiev, la Chiesa ortodossa ucraina facente capo al patriarcato di Mosca e la Chiesa ortodossa autocefala ucraina. Ora i sacerdoti del Patriarcato di Kiev e la Chiesa autocefala diventano membri di una nuova Chiesa, la Chiesa ortodossa dell’Ucraina, che apparterrà al Patriarcato di Costantinopoli. Il nuovo metropolita è Epifanio, 39enne.
La religione era diventata una questione anche politica dopo il 2014, quando la Russia ha annesso la Crimea e i separatisti sostenuti dalla Russia hanno conquistato una grande fascia di territorio nell’Ucraina orientale. La spinta verso l’indipendenza della Chiesa ortodossa ucraina si intensificò da allora. Perciò l’accaduto non ha portato aria di tranquillità in Russia. La mossa ha provocato una risposta furiosa a Mosca, dove la chiesa ha interrotto i legami, approfondendo una spaccatura nella Chiesa ortodossa mondiale, cioè, ha tagliato i ponti con il Patriarcato ecumenico di Costantinopoli, l’autorità spirituale della Chiesa ortodossa mondiale.
Per il presidente ucraino Petro Poroshenko l’indipendenza della chiesa, ufficialmente chiamata autocefalia, riguarda la sicurezza nazionale ucraina. Così come per molti ucraini che vedevano il ramo di Mosca della Chiesa ortodossa ucraina come uno strumento nelle mani del Cremlino. Il capo dello stato ucraino ritiene che il suo paese abbia raggiunto “una grande vittoria per la devota nazione ucraina sui demoni di Mosca, una vittoria del bene sul male, della luce sulle tenebre”. Non è della stessa opinione Cirillo, un arcivescovo ortodosso russo, sedicesimo patriarca di Mosca e di tutta la Russia, capo della Chiesa ortodossa russa, per il quale l’indipendenza delle Chiesa ucraina è paragonata alla tragedia.