Fondazione di George Soros lascia Turchia

– di MAGDA LEKIASHVILI –

La Open Society di George Soros abbandona il territorio turco. La decisione è la risposta alle accuse da parte del presidente turco Recep Tayyip Erdogan contro il miliardario filantropo, secondo le quali Soros ha tentato varie volte di dividere e distruggere l’unità delle nazioni. La fondazione sta per proporre la domanda per la liquidazione legale delle sue operazioni il prima possibile.  Dopodiche sposterà i suoi operatori a Berlino. Lo staff dell’organizzazione dichiara di essere stato bersaglio delle affermazioni infondate dei media turchi che gli hanno impedito di continuare il loro lavoro. La fondazione deve anche affrontare un’indagine del ministero degli interni turco, che cerca di dimostrare un legame, ancora non trovato, tra la Open Society e le proteste al parco di Gezi a Istanbul nel 2013.

Erdogan è andato contro George Soros la settimana scorsa, mentre parlava di 13 detenuti 10 giorni fa, accusati di rianimare l’onda di protesta nel paese e di supportare un altro carcerato, businessmen e diffensore dei diritti umani, Osman Kavala. (Tutti, tranne uno, sono stati rilasciati dopo la nota da parte dell’Unione Europea e degli Stati Uniti, che ritenevano illegale l’arresto). Il Governo turco sospettava che tutti insieme volessero continuare le manifestazioni di Gezi, coinvolgendo così molti oppositori di Erdogan. Tra i 13 detenuti c’è anche Hakan Altinay, uno dei fondatori della Open Society in Turchia.

Nel suo discorso Erdogan ha collegato quegli arresti a Soros dicendo: “la persona (Kavala) che ha finanziato i terroristi durante gli incidenti di Gezi è già in prigione. E chi c’è dietro di lui? Il famoso ebreo ungherese Soros. Questo è un uomo che assegna alle persone il lavoro di dividere le nazioni e frantumarle. Ha così tanti soldi e li spende in questo modo”.

La Turchia non è l’unico paese dove George Soros deve superare ostacoli. Anche il primo ministro ungherese Viktor Orban ritiene pericoloso il lavoro della Open Society per la democrazia. Le maggiori accuse riguardano le politiche migratorie di Soros, che secondo Orban, indeboliscono la cultura cristiana europea. Il signor Orban è stato il principale artefice della campagna contro George Soros. In base alle affermazioni del New York Times, il primo ministro dell’Ungheria ha cercato persino di falsificare con photoshop manifesti elettorali che ritraggono George Soros con i candidati dell’opposizione durante le elezioni del paese la scorsa primavera.

La portavoce della Open Society e responsabile per le comunicazioni Laura Silber ha espresso il desiderio di continuare a lavorare con i cittadini turchi, anche se il loro ufficio ad Istanbul è chiuso.

“Siamo in un momento di crescente autoritarismo e chiusura dello spazio per la società civile. Non riguarda solo la fondazione Open Society. La battaglia in corso è molto più grande: è unaa battaglia contro la libertà di espressione, contro i diritti umani e contro la giustizia”, dichiara la Silber.

magdalekiashvili

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