Google sta preparando lo strumento di censura definitivo

– di FEDERICO MARCANGELI –

Come molti sapranno, la dittatura Cinese controlla da anni il traffico internet interno, allo scopo di filtrare le informazioni scomode al regime e bloccare tutti quei siti/applicazioni che non abbiano prima subito il rigido processo di censura dell’establishment governativo. Lo strumento utilizzato è un gigantesco Firewall (“Great Firewall”); una versione agli steroidi degli antivirus presenti sui nostri Pc. L’unica, ovvia, differenza è che i target non sono dei file malevoli, ma delle parole chiave scomode al regime. Per superare le restrizioni, molte aziende hanno modificato i loro prodotti per venire incontro alle “esigenze” di Pechino, togliendo, ad esempio, alcune funzioni. Un esempio che potremmo fare è quello di Apple. L’app store presente su iPhone e iPad è pesantemente limitato in Cina e, oltre ad essere privo di migliaia di app “scomode”, deve subire il constante monitoraggio del “Ministero della pubblica sicurezza”. Quest’ultimo approva e boccia le applicazioni, effettuando un filtro costante sui contenuti occidentali.
L’unica società che sembrava non essersi piegata alle logiche dittatoriali cinesi era stata Google, che continua ad essere esclusa dal mercato più ricco e anti-democratico del mondo. Sembrava appunto, perché il progetto “Libellula” (“Dragonfly”) è stato scoperto dal portale d’inchiesta “The Intercept“. Il nome  in codice è associato ad un nuovo motore di ricerca appositamente studiato per la Cina, che ha dei risvolti alquanto problematici (per usare un eufemismo). Il sistema è infatti studiato per associare le parole ricercate da un utente al suo numero di cellulare ed indirizzarlo verso le informazioni scelte dal governo. In particolare, la fonte interna a Google cita i dati sull’inquinamento, che verrebbero sostituiti dal sistema con quelli forniti direttamente dagli organismi ufficiali. In poche parole, se un utente dovesse cercare su “Dragonfly” la parola “inquinamento a Pechino”, non troverebbe alcun risultato se non quelli rilasciati dal regime. Il governo cinese da anni si batte per censurare le statistiche inerenti la salubrità della sua aria, visto che i livelli di polveri sottili sono tra i più alti al mondo e rappresentano un problema gravissimo per l’intera area. Ma il “meteo” sarebbe solo una tra le milioni di informazioni manipolabili e filtrabili. Il secondo elemento inquietante è la possibilità di creare un enorme database governativo con numeri di telefono e ricerche associate: inutile pensare ai possibili risvolti. L’azienda non ha negato l’esistenza del progetto (perché è innegabile a questo punto), ma ha assicurato che il lancio di un prodotto simile in Cina non è nemmeno vicino. Traduzione: il prodotto c’è, ma non sappiamo se immetterlo sul mercato o meno.

 

federicomarcangeli

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