La guerra civile spagnola fu parte rilevantissima nell’impegno politico e civile di Pietro Nenni. Fu per i democratici l’ultimo argine contro il dilagare del fascismo e del nazismo. Un argine che, però, venne travolto dall’indifferenza e dall’ignavia dei governi che avrebbero dovuto contribuire alla difesa della legalità repubblicana. Toccò al leader socialista organizzare le formazioni che poi andarono a combattere. Non erano certo tempi semplici e queste lettere custodite nel nostro archivio ne sono una testimonianza: i timori di un padre per il figlio che vuole partire (e che sarà poi catturato), le preoccupazioni del segretario dell’Internazionale Operaia e socialista, Friedrich Adler, anche relativamente alle scelte e ai comportamenti dell’Unione Sovietica, le delusioni per una presenza socialista sul campo numericamente inadeguata.
11 agosto 1936
Mio caro Nenni,
permettetemi di farvi una domanda personale. Mio figlio, un giovane ingegnere di 27 anni, un buon socialista di sinistra, vuole andare in Spagna, d’altronde come tutti i giovani compagni russi, tedeschi o italiani. Quanto a me, sono molto scettico riguardo a ciò, perché so, che degli stranieri, che non possiedono né la lingua, né la conoscenza del popolo e le circostanze speciali del paese, né l’esperienza militare, non possono essere utili alla causa. Sarebbero piuttosto un intralcio che un aiuto. Ma è difficile ragionare con i giovani, che sono trascinati dai sentimenti. Mio figlio, che resto è un ragazzo molto intelligente, insiste sul fatto, che lui, essendo uno specialista del TSY, può essere nonostante tutto utile al governo. Per rendere chiara la situazione, vi prego molto, caro amico, di informarvi presso le persone competenti, se veramente un buon ingegnere del TSY, con esperienza nella fabbricazione di apparecchi di ricezione, ma non nelle stazioni emittenti, può essere di una certa utilità per i nostri amici laggiù, un’utilità paragonabile un minimo al rischio. Naturalmente, sono io che considero questo fatto, e non mio figlio, per il quale il problema non esiste proprio.
Mi fareste un grande favore, se poteste darmi la risposta il più presto possibile. E naturalmente, la mia gratitudine sarebbe ancora più grande, se poteste aggiungere due parole sulla situazione generale.
Cordialmente
Abromowit
1 maggio 1937
Mio caro amico,
prima di partire ci tengo a ringraziarvi per il modo in cui mi avete assistito qui e di pregarvi di non dimenticarvi di:
- chiedere a Carillo di inviare il telegramma riguardante le prigioni
- discutere dell’affare con Marty o un’altra persona appropriata indicandogli tutte le conseguenze nefaste dello scandalo internazionale, che sarà inevitabile nel caso in cui mio figlio non sarà liberato.
Vi stringo la mano.
Tutto vostro
Abromowit
P.S.
Forse vorreste anche delle informazioni complementari da Salgado?
Comunicate tutto quello che potete ai compagni che rientrano.
BRUXELLES, il 23 novembre 1937
Mio caro Nenni,
ho ricevuto la vostra lettera del 18 del corrente mese. Comprendo molto bene le vostre preoccupazioni sulle ripercussioni che ci potrebbero essere sulla sorte della causa spagnola, l’impressione provocata all’estero dalle divergenze del Partito in Spagna, e condivido pienamente i vostri scrupoli. Abbiamo fatto tutto ciò che dipendeva da noi e che poteva contribuire al raggiungimento dello scopo finale – favorire il mantenimento e lo sviluppo della capacità di lotta della Spagna repubblicana. Ma la cecità degli agenti di Mosca, la loro incomprensione di ciò che è possibile e sopportabile in Europa, è talmente grande e sembra così incurabile, che dei materiali per convincerli si ammassano sempre più numerosi contro di essi e la pazienza dei socialisti in Europa e in America è sempre più messa alla prova. È chiaro che le due rivendicazioni che chiedete, per sapere: presentazione alla prossima sessione dell’Esecutivo di un rapporto sulla situazione interna della Spagna, e intervento nella misura dove questo sarà possibile e con la discrezione necessaria per facilitare il riassorbimento dei conflitti interni, risponde completamente alle nostre intenzioni. Ma la questione che si pone è se veramente renderemmo un servizio alla causa spagnola se, invece di aspettare la sessione ordinaria che deve tenersi all’inizio del 1938, discutessimo questo rapporto in una sessione speciale che sarebbe convocata prima. Il mio parere personale è che la situazione riguardante il Partito Socialista spagnolo è talmente instabile e complicata, che avremmo più possibilità di arrivare ad un chiarimento ragionevole, lasciando agli stessi compagni spagnoli il compito di scegliere la loro tattica secondo le necessità di cui sono al meglio al corrente.
Comunque, è necessario preparare già da adesso dei rapporti. De Brouckère ed io saremmo molto contenti se vorreste contribuire a questo compito con un rapporto basato sulle vostre esperienze in Spagna.
Durante il mio ultimo passaggio a Parigi volevo incontrarvi per discutere insieme di queste questioni importanti, ma mi hanno riferito che eravate in viaggio per quindici giorni. Ma sarò a Parigi domani, mercoledì e giovedì, e spero di vedervi questa volta.
Cordialmente
Adler
Valencia, il 30 luglio 1937
Caro amico e compagno: al fine di risolvere il problema dell’organizzazione delle Brigade Internazionali, vorrei avere un incontro con voi. Vi sarei immensamente riconoscente di farmi sapere, se è possibile qualche giorno prima, quando pensate di passare da queste parti la prossima volta, così da essere sicuri che mi troverete per poter discutere insieme.
Molto cordialmente,
il vostro vecchio amico e compagno,
Bolaños
23/10 del 36 ore 12
direzione P.S.I.
Rapporto n. 3
Siamo arrivati 3 ore fa ad Albacete col nostro trasporto di 450 uomini, la Legione internazionale ammonta a circa 3000 persone, di cui 500 o 600 italiani. Il comando è comunista, i comandanti sono già tutti scelti e non so, se qualcuno dei nostri potrà introdursi, per fare qualche cosa più del soldato.
Ho incontrato Nicoletti, Gallo e Marty.
Il battaglione italiano è già formato col suo comandante, non so che farà Pacciardi quando arriva.
Aspettiamo Azzi! Noi socialisti italiani siamo una dozzina, poiché i comunisti già ce ne strappano qualcheduno.
Siamo in una caserma con i francesi e aspettiamo d’iniziare l’istruzione militare.
Ho questa precisa impressione: che tutto era da lungo tempo preparato e che noi siamo, in quanto partito giocati.
Saluti socievoli
Bianchi
Salutano: Poggioli, Silveri, De Felice e tanti altri
Saluti a Tonelli e Rugginenti
Albacete, 25/?
Direzione P.S.I.
Rapporto n. 4
Sono sempre in attesa delegato del vostro Partito.
? mi avrò ben poco da fare, poiché di socialisti non siamo che una dozzina (e a dire il vero 7 o 8, incapaci di portare le armi o insofferenti di ogni disciplina).
A tutto oggi, già siamo 450 italiani che costituiamo un battaglione della brigata internazionale. Il nostro battaglione si chiamerà “Garibaldi”.
A me è stato affidato il comando della compagnia mitraglieri, che spero (questa è una promessa di Gallo) chiameremo compagnia De Rosa.
Siamo già vestiti, (però senza armi). Facciamo tutti i giorni parecchie ore d’istruzione, tanto che credo che in 3 settimane saremo pronti.
Per oggi null’altro di ?
Bianchi