– di FEDERICO MARCANGELI –
Dopo la caduta dei municipi III (zona Montescaro, Talenti, Fidene) e VII (Garbatella), si è consumata a Roma una sconfitta abbastanza cocente per i pentastellati. Partiamo però da un dato ancora più significativo: l’affluenza. I votanti sono stati poco più del 26% nel III, mentre hanno sfiorato il 28% nell’VIII. Curioso vedere quanti pochi elettori si siano recati alle urne per rieleggere l’istituzione più vicina ai cittadini che, nonostante abbia poca autonomia, rappresenta un centro di raccordo tra le istanze popolari ed il comune. Questo risultato è ancora più curioso se consideriamo le levate di scudi di qualche settimana fa, successive al rifiuto di Savona da parte del Presidente Mattarella. In quel caso ricordo bene affermazioni del tipo “votare è inutile” o “la volontà popolare va rispettata”; ebbene, alla prima occasione disponibile per esprimersi, i risultati sono stati questi. Tralasciando quest’analisi che presuppone un livello di coerenza troppo elevato, passiamo ai risultati concreti. In entrambi i casi i pentastellati sono i veri sconfitti, segno di quanto i due minisindaci precedenti non abbiano saputo rispondere alle esigenze dei quartieri e che l’amministrazione capitolina non stia riscuotendo il successo che la Sindaca pubblicizza sui social. Il III Municipio, che conta 204’000 abitanti, vedrà il ballottaggio (24 Giugno) tra Giovanni Caudo, professore di urbanistica ed ex assessore con Ignazio Marino, per il centrosinistra e Francesco Maria Bova per il centrodestra, rispettivamente al 42,06% ed al 33,81%. La candidata 5Stelle Roberta Capoccioni si ferma al 19,18%. Nel quartiere Garbatella ha vinto al primo turno il candidato del centrosinistra Amedeo Ciaccheri (nell’immagine di copertina), con il 54,05% dei voti. Il centrodestra ha di poco superato il 25% con Simone Foglio, mentre i 5Stelle si bloccano al 13,11% con Enrico Lupardini. Proprio in questo municipio il centrosinistra ha dimostrato che, attraverso un modello partecipativo, è ancora possibile limitare le due forze di governo, proponendo un’alternativa reale e progressista.