Liliana Segre senatrice a vita per i meriti sociali

-di MARCO ZEPPIERI-

Liliana Segre è stata nominata oggi dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, Senatrice a vita; la motivazione: “per aver illustrato la Patria con altissimi meriti nel campo sociale”.
Milanese aveva solo 13 anni quando il 30 gennaio del 1944 fu deportata ad Auschwitz.

Matricola numero 75190 sopravvisse alle più gravi umiliazioni riuscendo a salvarsi ed a tornare a Milano nell’agosto del 1945.
Non sopravvisse invece il padre Alberto, come non sopravvisse Vittoria (Vivà) Nenni, figlia di Pietro, anche loro internati ad Auschwitz.

Di questa terribile esperienza Liliana Segre per molti anni non ne volle parlare; quarantacinque anni di silenzio finché decise di portare i suoi ricordi agli studenti delle scuole milanesi.

Una memoria che non doveva andare perduta.
Ora il presidente Mattarella con un atto di grande civiltà morale l’ha nominata Senatrice a vita dando così un forte segnale a pochi giorni dalla “Giornata della memoria” e ad 80anni dalla promulgazione delle “Leggi razziali” in Italia.

“Sento dunque su di me l’enorme compito, la grave responsabilità di tentare almeno, pur con tutti i miei limiti, di portare nel Senato della Repubblica delle voci ormai lontane che rischiano di perdersi nell’oblio”.

E poi aggiunge, “le voci di quelli, meno fortunati di me, che non sono tornati, che sono stati uccisi per la sola colpa di essere nati, che non hanno tomba, che sono finiti nel vento”.

Come appunto Vivà, la cui memoria vive a circa 25 chilometri da Gerusalemme dove nella foresta dei martiri un cippo e una lapide riportano una semplice scritta: ”Bosco in memoria di Vittoria Nenni Daubeuf 1915-1943”.

Quel giorno nel suo diario Nenni annotò “Da oggi in poi ho un luogo in Israele dove venire o al quale pensare quando più forte mi assale l’angoscia per la morte crudele di mia figlia”.

fondazione nenni

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