-di ALESSIA BOVE-
Si è tenuta ieri, nella sede della Fondazione Pietro Nenni, la presentazione del libro “Allah e la scienza: un dialogo possibile” di Elio Cadelo (ed. Palombi).
Il dibattito da subito è entrato nel vivo delle numerose domande e dei dati sapientemente raccolti e schedati che popolano le pagine del volume. Al quesito se si possa ritenere possibile che nel 2017 ci sia ancora qualcuno che non sappia delle più celebri conquiste scientifiche fatte dall’uomo nell’ultimo secolo (la passeggiata sulla Luna del 1969 è un esempio chiave), il presidente della Fondazione Nenni, Giorgio Benvenuto, con fermezza afferma che la centralità della cultura deve essere alla base della società umana. Tuttavia, il negativismo che traspare dalle pagine del volume di Cadelo riguardo l’Islam può e deve essere superato e supportato dalla forza della conoscenza e della consapevolezza per aprire un dialogo costruttivo.
Dello stesso avviso è l’intervento del senatore Cesare Salvi che sottolinea come le differenze di base che ci sono tra le due culture non devono essere motivo di scontro. Indubbiamente è innegabile come il legame indissolubile esistente tra libertà e scienza ⎯ “ […] senza libertà non vi è scienza, ma la scienza non sempre è libera […] ” ⎯nei Paesi Mussulmani non sia un binomio sempre presente ed è probabilmente a questa riflessione che dobbiamo rivolgere le menti. Il merito del libro di Cadelo è quello di sottolineare come l’età aurea dell’Islam sia legata profondamente ad una cultura di matrice persiana e post-bizantina invalidando, peraltro, la tesi di un Islam illuminato.
Per Corrado Ocone, docente universitario e filosofo, il libro, oltre a confermare le straordinarie capacità dell’autore, ha il merito di essere stato realizzato mediante il metodo scientifico di analisi dei dati per ricostruire la storia. La tensione di fondo che esiste tra le culture del Medio Oriente e quelle occidentali è, per Ocone, da rintracciare nel sistema di fondo delle due grandi religioni monoteistiche che sono diffuse nei rispettivi Paesi. Mentre il cristianesimo ha una matrice fortemente individualistica nel rapporto con la divinità, l’islamismo presenta una forte componente aggregativa del rapporto con il divino. Fino ad oggi il rapporto tra Oriente ed Occidente hanno da sempre avuto un rapporto non concluso che ha ancora aperte le profonde cicatrici delle divisioni del passato. Alla luce dei fatti del presente possiamo quindi parlare di una reislamizzazione attualmente in corso? Probabilmente il cosiddetto socialismo arabo può essere una componente catalizzatrice verso una integrazione con il mondo europeo.
L’intervento dell’autore Elio Cadelo si è concentrato sull’evidenza della mancanza, nel mondo mussulmano, della diffusione del metodo scientifico che, comunque, risulta poco diffuso anche in Italia (solo il 3% della popolazione italiana è aggiornato sugli sviluppi ultimi delle ricerche in campo scientifico). Due sono gli elementi chiave che, tuttavia, occorre tenere presente quando si parla del rapporto Occidente/Oriente:
- la globalizzazione: non è possibile esportare la democrazia come noi occidentali continuiamo a pensare di poter fare;
- la cattiva politica: anzichè portare la nostra cultura come elemento positivo, si è preferito esportare il peggio della nostra cultura come la “ […] pornografia, videogames […]”.
Il presidente Giorgio Benvenuto ha concluso che è auspicabile una maggiore diffusione ⎯ per e di tutti ⎯ della cultura nel mondo mussulmano perchè, solo in questo mondo è possibile evitare la costruzione di Stati teocratici, che per loro stessa natura possiedono una struttura inevitabilmente rigida.
Il libro è uno strumento di lavoro che aiuta a non seguire il sentimento comune ma aiuta a costruire un Pensiero.