-di SANDRO ROAZZI-
È un disco di porfido rosso scuro quello che i visitatori di San Pietro calpestano quasi incuranti, muovendo i primi passi nella Basilica. Eppure era il simbolo di un nuovo inizio, in quanto proprio su di esso Carlo Magno si inginocchiò prima di diventare imperatore del Sacro Romano Impero. Oggi, ma nel 1806, quell’Impero tanto ambito ed avversato fu definitivamente consegnato alla storia da Francesco Secondo che si… accontento’ di diventare Francesco Primo Imperatore d’Austria. Come dire che anche allora era molto più facile trovare chi ambiva al… primo posto rispetto a chi era disponibile a… noleggiare il numero due. Tesi che nella politica italiana continua a dominare come si vede dai signorotti delle sigle politiche che hanno sostituito la politica vera. In realtà al Francesco l’austriaco con l’abolire quel retaggio, antico e contrastato, premeva che Napoleone non si impossessasse anche di quel titolo che pur ormai strafinito era pur sempre un simbolo di unità europea, attorno alla quale non solo esercitare potere ma anche esprimere una identità culturale e religiosa, politica e civile testata da secoli di storia. Bisogna dire però che dal punto di vista delle nazionalità non abbiamo fatto molta strada: ancora oggi la vera competizione in Europa vede primeggiare due scuole, la Francia alla ricerca impossibile di una probabilmente perduta grandeur e la tradizione tedesca che oggi ha le sembianze delle Merkel. Nel frattempo l’Europa sta diventando un quiz… senza premi ma con molti interrogativi.
E non tanto sul piano economico che sembra reggere bene alla sfida dei mercati anche se trascinandosi appresso diseguaglianze sociali forti che svolgono il ruolo di mine vaganti. Il segnale migliore, forse, è quello di una timida ripresa di investimenti però favorita da un rientro in campo degli Stati con scelte che il liberismo scriteriato degli anni scorsi aveva cercato di sradicare. Certo, avere nostalgia del… Sacro Romano Impero è impossibile visto anche lo spettacolo dell’attuale Europa. Eppure anche in quel simbolo ormai consegnato ai libri di storia si possono individuare radici che non sarebbe male rivisitare. La forza del diritto che rende cittadini, l’aspirazione a una unità che riducesse i rischi di guerra e fornisse lo scenario giusto per far prosperare le arti e la ricerca, il messaggio di sicurezza alle popolazioni europee che in realtà era un’utopia, ma utile anch’essa per coltivare aspirazioni e incoraggiare la coesione. E soprattutto la consapevolezza del dovere di essere protagonisti della storia.
Nei secoli tutto è cambiato, le egemonie, la ricchezza, i mercati, l’ingresso di nuove ambizioni. Persino le guerre hanno… traslocato anche se non molto distanti dalla sagoma del Vecchio Continente. E si è appannata un’identità che dipende non solo dai valori, quelli ci sarebbero pure, ma dalle classi dirigenti. Su questo punto l’Europa è chiamata ad un enorme sforzo di rinnovamento. Difficile che nascano nuovi Carlo Magno o Federico Secondo, ma basterebbe cercare di avvicinare l’esempio di figure di politici lungimiranti prendendo a modello il coraggio dei protagonisti della rinascita dell’idea europea.
Uno sforzo gigantesco ma che solo può restituire ad essa la forza delle idee e la capacità di riprendere un cammino politico. Sarebbe importante che in questo sforzo ritrovare spazio e motivazioni anche una sinistra europea nuova, politica e sociale. Ma anche questa va catalogata per ora alla voce “utopie”.