10 agosto: Leonida e Pascoli, vittime della cupidigia

-di SANDRO ROAZZI-

Il 10 agosto è per antonomasia famoso per la notte di San Lorenzo e le stelle cadenti messaggere di sogni e desideri. Ma chissà perché alcuni storici collocano in questi giorni anche il sacrificio spartano di Leonida alle Termopili contro i persiani di Serse, mentre quella data fu anche la musa triste di una delle poesie più note di Giovanni Pascoli assieme al canto della malinconica Cavallina storna. Il 10 agosto cadeva ucciso in una imboscata suo padre, amministratore scrupoloso di un latifondo dei Torlonia. Un assassinio rimasto impunito anche se l’ispiratore, indiziato principale ma mai processato, fu considerato un personaggio oscuro, dai modi malavitosi si disse, che riuscì poi a mettere le mani su quel fondo.

La famiglia Pascoli attraversò anni bui, la madre morì poco dopo di crepacuore. Il poeta riuscì, anche grazie alla fiducia concessagli dal Carducci, ad imporsi in vari campi dall’insegnamento alla poesia, coltivando un socialismo umanitario che non aveva bisogno di partiti o di dogmi. Diversa la sorte di Leonida, un re che si era… fatto da solo, cresciuto sotto la durissima educazione spartana senza sconti. Alle Termopili con qualche migliaio di soldati greci e la sua guardia reale, i trecento appunto, tenne testa ad un esercito forte per qualche storico di oltre un milione di effettivi, ma che più realisticamente superava forse le centomila unità.

Cosa unisce questi due eventi così lontani in tutti i sensi? Un particolare valore morale. In entrambi i casi le vittime caddero colpite a tradimento. Efialte insegnò ai persiani un percorso che aggirava le Termopili tradendo i greci, un mandante insospettabile ordinò la morte del padre di Pascoli. E la ragione, che scavalca facilmente i secoli, fu la stessa: la cupidigia per il denaro. Una lezione che si dovrebbe tenere a mente in tempi nei quale il dio denaro mortifica valori di ogni tipo, ma tarpa anche le ali in Europa ad un cammino di rinascita identitaria, culturale ed economica.

Oggi però e’ più difficile individuare il tradimento. Cammina fra di noi e spesso si nutre di ragioni perfino banali. Ad occultarlo spesso ci pensano l’arrivismo ed il cinismo. Mentre l’epica e la poesia non ci difendono più come un tempo, risvegliando negli animi la forza di una morale positiva. Ma noi ci consoliamo ammirando le stelle.

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