La fragilità M5s: tra piattaforme hackerate e giunte “fallite”

Mai come in questo momento, Grillo e i suoi pentastellati scoprono di essere vulnerabili. Tanto sul terreno “proprio”, il web, quanto su quello che intendono far proprio, il governo. Poche ore dopo la presentazione della piattaforma Rousseau (per i livelli di democrazia interna del Movimento 5 stelle, il nome appare ampiamente usurpato), la struttura messa in piedi da Davide Casaleggio e dalla sua azienda che, come tutte le aziende, punta a far soldi, è stata violata da un hacker che ha così svelato un primo elemento di fragilità. L’hacker ha compiuto una azione dimostrativa, per spiegare agli utenti che i loro dati (per principio sensibili) potevano essere abbastanza agevolmente trafugati. Che la democrazia applicata al web sia quanto di più manipolabile esista sulla faccia della terra, è noto a tutti, tranne a coloro come Grillo e i suoi amici che ritengono (o vogliono far ritenere) che quello sia lo strumento per realizzare una democrazia diretta che viene in realtà declinata come la più schietta democrazia del capo.

Vulnerabili sul terreno, come dire, dei principi. Ma anche su quello pratico. A Roma è in corso l’ultimo atto di una pochade che va avanti ormai da oltre un anno, mentre la città affonda nei rifiuti, nei disservizi a livello di trasporti urbani, negli incendi facilmente appiccabili a giardini, parchi e spartitraffico vari ormai ricolmi di erba secca, nelle buche stradali sempre più ampie e sempre meno riparate. La città è in stato di abbandono. Casaleggio è venuto a Roma per manifestare la sua fiducia nella sindaca, Virginia “sull’attenti” Raggi. Peccato che nel frattempo si sia esaurita la fiducia della stragrande maggioranza dei cittadini che hanno sentito molte chiacchiere e visto pochi fatti. In un noto film sulla cattura di Al Capone, De Niro apostrofava il poliziotto dicendo “sei solo chiacchiere e distintivo”. A Roma in questi tredici mesi non ci sono stati nemmeno i distintivi.

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