-di MAGDA LEKIASHVILI-
Durissima reazione della Russia contro gli Stati Uniti: Putin ha deciso di espellere 755 diplomatici americani. Il personale dell’ambasciata statunitense in Russia verà “tagliato” per ordine del Cremlino: resteranno 455 persone, esattamente lo stesso numero degli impiegati dall’ambasciata russa a Washington. In questa maniera Vladimir Putin replica alle nuove sanzioni americane decise dal congresso e accettate obtorto collo da Trump. La settimana scorsa il parlamento statunitense ha approvato l’aumento delle ritorsioni economiche e finanziarie nei confronti del Cremlino, dell’Iran e della Corea del Nord. La Russia è stata “punita” per la sua interferenza nelle elezioni presidenziali del 2016, nonché per le violazioni dei diritti umani, l’annessione della Crimea e per le operazioni militari nell’Ucraina orientale. Il disegno di legge è sulla scrivania del presidente Donald Trump che ha esaminato la versione finale e intende a firmarla, secondo una dichiarazione della Casa Bianca (il capo della Casa Bianca ha anche il diritto di non firmare il provvedimento approvato dal congresso). Per Mosca la decisione americana conferma la posizione “estremamente aggressiva” degli Stati Uniti negli affari internazionali.
Vladimir Putin sperava che le relazioni con gli Stati Uniti potessero migliorare con l’avvento di Trump ma ora è convinto dell’esatto contrario. Le vicende degli ultimi mesi, in particolare l’inchiesta sui condizionamenti russi nelle elezioni presidenziali hanno peggiorato la situazione e mutato le prospettive: invece del miglioramento dei rapporti, Casa Bianca e Cremlino si sono allontanate ancora di più. Nell’adottare la ritorsione, Putin ha detto: “Penso che sia giunto il momento di dimostrare che non lasceremo nulla senza risposta”.