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Dall’Oglio, l’Islam, il dialogo: confronto a Cagliari a 4 anni dalla somparsa

29 Lug 2017 by fondazione nenni

Quattro anni fa Paolo Dall’Oglio, gesuita, animatore della comunità di Mar Moussa, scompariva a Raqqa. Vi era andato per trattare la liberazione di alcuni prigionieri in una città controllata dalle organizzazioni jihadiste. Lasciando Mar Moussa, avendo piena consapevolezza dei rischi che correva, avrebbe salutato i confratelli dicendo: “Ricordatemi nelle vostre preghiere”. Domani, 31 luglio, di lui, del suo modo di intendere la convivenza tra cristiani e musulmani, si parlerà a Cagliari, presso la facoltà di Scienze Economiche, Giuridiche e politiche. Una conversazione con Edoardo Crisafulli, collaboratore assiduo di questo Blog, della nostra rivista “L’articolo1” e autore del libro pubblicato da Bibliotheka nella collana curata dalla nostra Fondazione. Titolo esplicativo: “La fede nel dialogo. L’Islam di un gesuita scomodo: Paolo Dall’Oglio”. Crisafulli, direttore dell’Istituto di cultura italiano in Libano lo conosceva bene avendo lavorato a Damasco prima di trasferirsi a Beirut. Crisafulli è un intellettuale eclettico tanto è vero che per Rubettino ha quasi contemporaneamente pubblicato una raccolta di racconti intitolata “La Kamikaze e altri racconti del passaggio”. Con lui discuteranno Annamaria Baldussi docente di storia e istituzioni dell’Asia, Patrizia Manduchi, docente di storia dei paesi islamici, Nicola Melis, docente di storia e istituzioni dell’Africa, Marco Ammar, docente di lingua araba, l’inviato di guerra., Luca Foschi. A coordinare l’incontro provvederà la giornalista Maria Dolores Picciau. Il concerto di chitarra classica di Simone Onnis concluderà la serata.

“La fede nel dialogo” ruotando intorno alla vicenda umana e politica di Paolo Dall’Oglio (impegnato in prima linea nella primavera araba repressa nel sangue in Siria da Bashar El-Assad), prova a ricostruire i percorsi culturali attraverso i quali trovare un punto di incontro che non è fuori dalla storia né dalle stesse elaborazioni teologiche, a partire dalla Pacem in Terris di Giovanni XXIII per continuare con il documento conciliare Nostra Aetate per finire ai giorni nostri con le iniziative di Giovanni Paolo II, le interpretazioni di Carlo Maria Martini e le scelte di Papa Francesco. Paolo Dall’Oglio è in qualche maniera indica la strada per costruire questi “ponti”, sintetizzata in una parola: sincretismo.

Le grandi trasformazioni demografiche, le migrazioni impongono la ricerca di un nuovo modus vivendi. Il libro cerca di affrontare questi nodi andando al di là del condizionamento emotivo suscitato dagli attentati jihadisti che hanno insanguinato le strade d’Europa, aggirando la trappola di una propaganda semplicistica, superficiale e generalizzante tutta politica e giocata per lucrare vantaggi elettorali. Ci può essere una maniera più seria e più laica per provare a superare i problemi posti dal confronto con una religione che ha percorso meno strada di quella cattolica sul versante della secolarizzazione. Problemi affrontabili e risolvibili.

Dall’Oglio ha provato a indicarla. E Crisafulli del gesuita dice: “Come rompere definitivamente il guscio teocratico, assolutistico, e tirar fuori il gheriglio, il messaggio morale/spirituale che affratella tutti i credenti? Il metodo modernista per eccellenza ce lo indica un personaggio d’eccezione, che ho avuto l’onore di conoscere a Damasco: il gesuita Paolo Dall’Oglio (Roma, 1954). Trasferitosi in Siria negli anni Ottanta, Dall’Oglio ha rifondato, nel deserto a nord di Damasco, la comunità monastica cattolico-siriaca di Mar Moussa, le cui regole erano il vivere con estrema semplicità, accontentandosi dei frutti della terra e della pastorizia, il dedicarsi alla preghiera, l’impegno costante nell’appianare ogni divergenza con i musulmani. Nel giro di qualche anno, Dall’Oglio si immerge a capofitto nella realtà locale, apprende perfettamente la lingua araba e si guadagna il rispetto unanime dei musulmani. Poi scoppia, ahimè, la guerra civile siriana. L’instancabile e frenetico gesuita si pronuncia contro il regime di Assad, attirandosi critiche dai vertici della sua stessa Chiesa, che gli impongono di tenere un profilo basso”. Il libro è un’occasione per riflettere su un problema che caratterizzerà il futuro di tutti noi e la cui soluzione è contenuta in quell’elogio del sincretismo enunciato da Dell’Oglio in un articolo. Sincretismo, come scrive Crisafulli, “inteso nell’accezione più nobile del termine: apertura all’altro, all’estraneo, al diverso”.

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Tags: Dall'Oglio Fede nel dialogo Islam
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