Tre appuntamenti per l’autunno che verrà

 

-di MATTEO VISMARA-

Con l’approssimarsi dell’estate ci si prende il consueto periodo di riposo e rigenerazione dagli impegni quotidiani e dal caos delle città. Un periodo di ristoro che aiuta a riflettere e a tirare le somme della prima parte dell’anno trascorso.

A settembre si ricomincia con due appuntamenti anzi tre politicamente rilevanti: due a livello nazionale e uno a livello regionale lombardo.

Il parlamento è chiamato alla revisione e alla modifica della legge elettorale e alla redazione del documento di programmazione economica e finanziaria per l’esercizio di bilancio dell’anno successivo.

Spero davvero che il parlamento riesca a licenziare una legge elettorale che possa essere un buon risultato, non di compromessi al ribasso, ma di una consapevole riforma che garantisca la stabilità e la governabilità al di là degli interessi di parte.

Mi permetto una personale quanto critica riflessione. È sotto gli occhi di tutti che in Senato non ci sia più una maggioranza ma si sta rivivendo, ahimè, una sorta di trasformismo giolittiano che tiene conto non di una visione a lungo raggio ma della contingenza del momento. Appare comunque difficile l’approvazione di una legge ben fatta e soprattutto con contenuti alti. I parlamentari non sembrano adeguatamente preparati.

La legge di bilancio… solo una considerazione. Mi auguro che, con tutti questi veti e contro-veti, non si finisca nell’esercizio provvisorio. Sarebbe l’ultimo atto di una legislatura veramente sottotono.

L’ultimo appuntamento citato sopra è quello che vedrà coinvolta la mia regione il 22 ottobre con il referendum sull’autonomia proposto dai presidenti Maroni e Zaia.

In cosa consiste effettivamente il referendum?

Partiamo dal quesito che verrà posto: “Volete voi che la Regione Lombardia, in considerazione della sua specialità, nel quadro dell’unità nazionale, intraprenda le iniziative istituzionali necessarie per richiedere allo Stato l’attribuzione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, con le relative risorse, ai sensi e per gli effetti di cui all’articolo 116, terzo comma, della Costituzione e con riferimento a ogni materia legislativa per cui tale procedimento sia ammesso in base all’articolo richiamato?”.

Si tratta di un referendum consultivo: se dovessero vincere i SI, la giunta lombarda potrà chiedere al Governo maggiore autonomia in alcuni campi, come l’istruzione e la tutela dell’ambiente. Sarà la prima consultazione che, in Lombardia, si svolgerà anche con il voto elettronico.

La novità interessante di queste ultime settimane è il fatto che anche i sindaci del Pd sembrano essere d’accordo sulle finalità che il referendum si propone di ottenere. In particolare si schierano per un “regionalismo differenziato”, non per fare della Lombardia una regione a statuto speciale, né per illudere i cittadini lombardi che basti un voto per trattenere entro i loro confini le tasse pagate.

Hanno anche aggiunto che, questi temi, non sono solo una bandiera leghista ma che anche il centro-sinistra ha sempre sostenuto una certa forma di devoluzione e autonomia su certe competenze.

Staremo a vedere cosa ne penseranno i cittadini.

Mi auguro solo che il confronto non sia come al solito viziato da interessi

particolari ma che ci sia, come la buona politica richiederebbe, una vera coscienza di Stato e di interesse generale..

Nel frattempo in questo tempo di riposo ritempriamo mente e spirito per le importanti battaglie del domani.

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