-di MAURIZIO BALLISTRERI-
La politica italiana sta assumendo sempre più i tratti della “palude” teorizzata dal politologo transalpino Maurice Duverger a proposito della crisi della IV Repubblica francese, humus ideale di forze politiche che hanno smarrito il senso della propria missione, quello di rappresentare i cittadini.
E così, nello stallo politico nazionale, dopo l’esito disastroso per Renzi del referendum/plebiscito sulla “deforma” costituzionale, il dibattito si è avvitato sulla legge elettorale, con i giochi di potere di leader autoreferenziali.
Come dire con Ennio Flaiano che “la situazione politica è grave ma non seria”, in un paese in cui i giovani laureati sono costretti ad andare all’estero, la disoccupazione cresce, l’economia è in piena stagnazione e in cui si consentono scandali come quelli dei compensi milionari della Rai ai protagonisti dei talk shows, nel mentre con la (contro)riforma Fornero-Monti è stato destrutturato il sistema previdenziale, condannando centinaia di migliaia di cittadini ad andare in pensione più tardi e con trattamenti più bassi nonché il dramma degli esodati: una vergogna senza fine!
Nel suo bel libro “Il diritto di avere diritti” Stefano Rodotà, prestigioso giurista e politico italiano purtroppo recentemente scomparso, scrisse una frase amara che ben si attaglia alla tristezza del nostro tempo: “Se i diritti fondamentali vengono cancellati dal denaro e la democrazia cede alla dittatura, presto nessuno sarà più libero”.
Già Rodotà, campione di quell’Italia laica e del rigore culturale, del radicalismo democratico e libertario, con cui ebbi la ventura di dialogare negli anni della collaborazione a “Mondoperaio”, la rivista teorica del socialismo italiano, punto di incontro di personalità e sensibilità politiche e accademiche diverse, come Francesco Forte, Ernesto Galli della Loggia, Gino Giugni, Giuliano Amato, Federico Mancini, Luciano Pellicani, Giorgio Ruffolo, Giuseppe Tamburrano solo per citare alcune personalità. Sì, “l’altra Italia” sostenuta con intransigenza mazziniana da Piero Gobetti, in un itinerario culturale che si dipana attraverso il pensiero e l’azione del Socialismo liberale di Carlo Rosselli, Giustizia e Libertà sino al Partito d’azione e alle battaglie laiche e di minoranza del secondo dopoguerra, in cui etica e politica rappresentano un binomio inscindibile, quanto sconosciuto ai giorni nostri.