Clima: “Non ci sono posti di lavoro su un pianeta morto”

-di LAURENCE TUBIANA*-

Con la prossima riunione del G20 che si svolge a Amburgo in Germania tra poche settimane, la decisione di Trump di ritirare gli Stati Uniti dall’accordo di Parigi mostrerà l’isolamento e l’estraneità degli Stati Uniti all’interno della comunità internazionale. E mentre gli alti funzionari statunitensi, come il consigliere della sicurezza nazionale HR McMaster e il presidente del Consiglio economico nazionale americano Gary Cohn, sostengono che gli americani non hanno alcun motivo di allarme perché nessuna “comunità internazionale” effettivamente esiste, il resto del mondo sa molto bene, come molti americani, che è vero il contrario.

L’annuncio di Trump ha confermato quello a cui molti leader mondiali si erano preparati: l’impegno americano nel mondo è fuori dal tavolo, almeno per tutta la durata di questa amministrazione. Attraverso lo spettro politico, dal nord al sud del mondo, il messaggio è stato chiaro: la decisione di Trump è pessima per il mondo e per l’America.

Nel giustificare la rinuncia all’accordo di Parigi, Trump ha sostenuto di essere stato eletto per “rappresentare i cittadini di Pittsburgh, non Parigi”. In risposta, il sindaco di Pittsburgh Bill Peduto (che ha votato in modo deciso per Hillary Clinton), ha annunciato quasi immediatamente che la sua città, ha compiuto una notevole transizione dall’essere “Steeltown USA” (città d’acciaio) al completo passaggio di fonti energetiche rinnovabili al 100% e che intende sostenere l’accordo di Parigi.

Non c’è mistero sul consenso quasi universale che si oppone alla decisione di Trump. I leader mondiali sono sempre più consapevoli che non possono sfuggire alla necessità di affrontare il cambiamento climatico.

Il presidente francese Emmanuel Macron, per esempio, sapeva che la sua posizione sul palcoscenico internazionale richiedeva rapidamente di posizionarsi sulle questioni che stanno ora definendo la politica globale. Il cambiamento climatico che collega ogni paese alla terra e che ha profonde implicazioni per la pace, la sicurezza e il commercio internazionale è stata la scelta ovvia abbracciando il desiderio del mondo per il progresso. Fondamentale è stata l’affermazione della cancelliera tedesca Angela Merkel dopo la riunione del maggio G7 in Sicilia che l’Europa non poteva più “affidarsi completamente agli altri”. “Dobbiamo”, ha aggiunto Merkel “prendere il nostro destino nelle nostre mani.”.

Se l’amministrazione di Trump prosegue sulla strada di negare la realtà, investendo nell’industria del carbone invece di puntare la propria forza lavoro sul mercato in crescita delle rinnovabili, i risultati delle politiche commerciali dell’allineamento globale intorno a Parigi funzioneranno contro gli interessi statunitensi.

La rivoluzione mondiale dei trasporti guidata dall’elettrificazione di automobili, autobus e camion sta arrivando più velocemente di quanto si potesse immaginare solo un anno fa; ma l’infrastruttura di elettricità pulita necessaria per sostenerla deve essere più rapida. I progressi tecnologici nell’acciaio a bassa emissione di carbonio e nella produzione chimica e nei materiali da costruzione sono vitali, come una rivoluzione nell’uso del suolo per ridurre le emissioni e prepararsi per gli effetti negativi del cambiamento climatico che già colpiscono l’agricoltura a livello mondiale.Tutto ciò richiede un grande adeguamento delle strategie di investimento. Il management di ExxonMobil, amministrata in precedenza dall’attuale segretario di Stato americano Rex Tillerson e uno dei principali finanziatori del declino del cambiamento climatico, di recente è stato obbligato a confrontarsi con la contestazione dei propri azionisti. Gli investitori, infatti, chiedono di fare i conti con una realtà che nei prossimi decenni comporterà l’eliminazione dei suoi prodotti commerciali primari, cioè petrolio e gas.. Per i capi di stato e di governo, l’impegno significativo nelle scelte sul clima è diventato una componente indispensabile della credibilità della politica estera. E questo sarà più evidente alla riunione del G20. Il cambiamento climatico è l’ultimo esempio di un problema che non può essere affrontato dall’approccio hobbesiano dell’amministrazione Trump alle questioni del mondo. Esiste solo un’atmosfera, non ha confini e, per citare Sharan Burrow, segretario generale Ituc, Confederazione internazionale dei sindacati: “Non ci sono posti di lavoro su un pianeta morto”.

*Amministratore delegato della Fondazione Europea per il clima

Articolo pubblicato dal “Project Syndicate Institute”, 9 giugno 2017; titolo originale: Paris comes to Pittsburgh (Parigi arriva a Pittsburgh)

Traduzione di Donatella Lucente

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