-di DONATELLA LUCENTE-
L’Amministrazione Trump ha appena reso pubbliche le intenzioni per il bilancio dell’anno fiscale 2018. Secondo il Center for American Progress il progetto di bilancio si basa su previsioni ingannate e ingannevoli della crescita economica.
Non ci sono misure effettive per creare nuovi posti di lavoro o per aumentare i salari, così voltando le spalle ai bisogni della stragrande maggioranza degli americani lavoratori. Ci sono invece tagli drastici ai programmi federali per più poveri, anziani, bambini, lavoratori, persone con disabilità. Il documento emanato dalla Casa Bianca prevede che nei prossimi dieci anni si taglino 800 miliardi di dollari per la parte di piano sanitario dedicato ai poveri (Medicaid), 272 miliardi per i programmi di welfare, 192 miliardi per l’assistenza sanitaria, oltre 72 miliardi per i benefit ai disabili.
Cattive notizie anche per gli universitari: il bilancio ridurrebbe i finanziamenti per Job Corps che fornisce servizi di formazione professionale ai giovani svantaggiati con ostacoli all’occupazione, ed elimina anche il programma Senior Employment Service Community che aiuta 65.000 anziani a basso reddito a trovare lavoro ogni anno.
Non vengono risparmiati gli immigrati, con il divieto per quelli illegali di incassare crediti di imposta legati ai figli, il che fa un risparmio di 40 miliardi di dollari (peccato che si tratti di soldi letteralmente confiscati a chi lavora!).
Il bilancio di Trump taglieggia anche i fondi destinati al dipartimento del Lavoro (-21 per cento!), privando dei servizi di formazione e ri-occupazione centinaia di migliaia di disoccupati o sottoutilizzati. Eliminato anche il programma di 2,4 miliardi di dollari destinato a sostenere gli insegnanti. Quel taglio avrebbe potuto finanziare oltre 40.000 posizioni di insegnamento.
Viste le posizioni trumpiane sul riscaldamento climatico e sull’energia, non sorprendono i tagli imposti al programma Clean Power, al sostegno ai progetti internazionali di ricerca sul cambiamento climatico, alle agenzie statali che esercitano protezioni essenziali come Clean Air Act, la legge sull’aria pulita.
Trump è coerente con il suo progetto di stato. Sforbicia i fondi per il welfare e li sposta sul warfare, con la visione della funzione pubblica evocatrice del vecchio che un secolo fa portò l’America al disastro della grande crisi degli anni ’30, risolta dal New Deal del democratico Roosevelt, inopinatamente citato da Trump nel discorso in Arabia Saudita come grande campione della politica estera statunitense. Il bilancio propone di accrescere le spese militari del 10%, e destina oltre 2,6 miliardi di dollari alla sicurezza delle frontiere, cifra che include l’1,6 destinato alla costruzione del “muro” col Messico.
L’ istituto Center for American Progress e vari gruppi progressisti che rappresentano la vasta galassia delle opzioni politiche alternative al presidente, si sono unite per lanciare Hands Off, campagna di coalizione dedicata a prevenire il passaggio del bilancio, se non ne vengono emendate le parti riguardanti il taglio a benefici per disabilità, assistenza sanitaria, assistenza nutrizionale o altre necessità di base. La campagna punta a convogliare la protesta dei militanti sui membri del Congresso di riferimento, così che questi si oppongano e modifichino il dettato presidenziale, e il Congresso porti ad approvazione un bilancio sostanzialmente diverso.