Manchester, i giovanissimi nel mirino dei terroristi

 

-di VALENTINA BOMBARDIERI-

Gli attentati terroristici sono di per sé atti vili. Colpiscono chiunque. Indifferentemente dall’età, dall’etnia, dalla religione o dal sesso, dal ceto sociale. I terroristi non guardano in faccia nessuno. Uomini e donne e bambini senza colpa, vittime di una follia omicida.

Alle 22:30 di lunedì 22 maggio, alla Manchester Arena un ordigno artigianale fabbricato con dei chiodi è esploso al concerto di Ariana Grande. La giovane pop star ha un pubblico composto prevalentemente da bambini e adolescenti. Sono circa 22 i morti e 60 i feriti. L’attentato è avvenuto all’esterno, perché probabilmente l’attentatore non avrebbe oltrepassato i controlli di sicurezza: dentro, avrebbe provocato una carneficina di immani dimensioni calcolando che l’Arena ospitava 21 mila ragazzi che si erano radunati per ascoltare la loro beniamina.

Ancora sconosciuta l’identità del terrorista, non è stato confermato se fosse un cittadino britannico.

L’attacco ricorda da vicino quanto accadde a Parigi, il 13 novembre 2015. Al teatro Bataclan, 1500 giovani stavano seguendo un concerto di un gruppo musicale rock. Per una terribile conta finale di 93 morti.

Si colpisce la musica, si colpiscono volutamente i momenti di svago, si colpiscono tutti i simboli dell’Occidente, del suo stile di vita, delle sue libertà. Una grande festa di giovani, cosmopoliti, in un tempio della musica, davanti a una grande star del pop mondiale. Si colpisce l’amore per la vita, l’amore dei bambini per le cose belle. E lo sguardo dei bambini è una finestra aperta sul futuro. Futuro che dei folli vogliono portarci via.

Valentina Bombardieri

Rispondi