-di ANTONIO MAGLIE-
Queste foto (risalgono a martedì 23 maggio 2017, ore 15) non sono state scattate in una località sperduta lontana chilometri da Roma, ma nella zona Eur, precisamente a viale del Tintoretto. Il piccolo parco (?) chiuso da una recinzione è sostanzialmente alle spalle di un luogo di culto e turistico (i trappisti, il posto in cui si svolse il martirio di San Paolo), a un paio di centinaia di metri dal nuovo Luna Park e a cinquecento da una sede dell’Eni e dal palazzo che ospita una agenzia dell’Onu, l’Ifad. Insomma, non propriamente un posto dimenticato da Dio e dagli uomini. Sicuramente, però, dimenticato dall’Ama, dai giardinieri del comune (esistono ancora?), dal municipio competente e, dulcis in fundo, dal Comune. Il parchetto è sempre stato piuttosto abbandonato, condizione che ha indotto lo scorso inverno un gruppo di immigrati a stabilire lì la propria “residenza”. Scoperti (probabilmente dai vigili urbani che, tra l’altro, sono acquartierati a poche decine di metri dal luogo in cui sono state scattate queste foto), hanno cambiato “residenza” abbandonando tutto: vecchi giacigli e i resti di tende di fortuna. Producendo un effetto-discarica che con l’innalzarsi della temperatura comincia a liberare nell’aria qualche effluvio maleodorante.
Dalla congiura dei frigoriferi a quella dei televisori
In effetti, l’amministrazione romana non ha pace: prima i frigoriferi, adesso i televisori. Il manufatto sgangherato è stato immortalato accanto al muro che cinge il parco trasformato temporaneamente in campo nomadi abusivo e adesso in piccola discarica (si spera non definitiva).
Il cassonetto navigante
Questo cassonetto ha trovato da sé la collocazione: davanti alla rampa di ingresso dei garage di un condominio. Il tutto è avvenuto tra venerdì 19 maggio e sabato 20 maggio quando su Roma si è abbattuto un nubifragio. Viale del Tintoretto ha assunto le caratteristiche di una calle veneziana colpita dall’acqua alta e il cassonetto, galleggiando, ha cominciato a navigare (forse per questo li svuotano di rado: per garantire con il peso un solido ancoraggio al terreno). Si è fernato solo quando ha trovato il marciapiede. È evidente che qualche problema di sicurezza (e visibilità) per chi entra e chi esce dai garage, l’ingombrante oggetto lo pone. A dir il vero, proprio in mezzo alla rampa se ne era fermato un secondo che, però, mani caritatevoli hanno spostato: lì non poteva proprio sostare. Ma forse si attende solo il prossimo nubifragio: strambando, il cassonetto potrebbe anche decidere di tornare alla origanle sistemazione (una ventina di metri più avanti).