Luigi Di Maio: il re finisce nudo ad Harvard

 

Luigi Di Maio è un ragazzo vivace, estroverso, si potrebbe dire sfrontato. Appare sempre sicuro di sé all’interno dei confini nazionali. Ecco perché fa una certa impressione vederlo a testa e orecchie basse nel video apparso sul sito de “la Repubblica” che immortala il confronto che ha avuto nei giorni scorsi con docenti e studenti di Harvard i quali, formatisi nella logica americana, pretendono quella preparazione che il vice-presidente della Camera non è riuscito a esibire finendo come il re: nudo. Infatti, all’inizio del dibattito, un giovane medico italiano (napoletano per la precisione), come ha sottolineato lui stesso, da sei anni in America, da sette anni impegnato a specializzarsi, gli ha illustrato con spietata chiarezza lo stato d’animo dei partecipanti all’incontro: “Non posso accettare che dei politici che non hanno studiato, lei non ha fatto l’università, vengano a parlare in un tempio di eccellenze universitarie”. E poi entrando nello specifico dell’accusa (l’impreparazione) ha aggiunto: “Sono rimasto basito quando ho sentito parlare la signora Taverna di vaccini, e non so che tipo di preparazione abbia per parlare, lei che faceva la segretaria in un laboratorio di analisi, a me che sono chirurgo”. Di Maio ha provato a replicare con le medesime argomentazioni che usa in Italia, non sembra però con grande successo. Infatti ha spiegato (letterale): “Penso di essere uno di quelli che rappresenta una forza politica che voleva avere più tempo per formarsi, per crescere, per prepararsi a governare questo Paese. Ma visto che gli esperti, quelli preparati lo avevano ridotto in queste condizioni, non hanno avuto tempo per riuscire a organizzarsi con lentezza e hanno deciso di abbandonare la vita che facevano e hanno deciso di impegnarsi in prima persona”. Per carità, nell’atteggiamento del chirurgo c’è sicuramente un’ampia dose di snobismo. Però, le argomentazioni di Di Maio, alla luce del suo curriculum vitae, appaiono piuttosto deboli. Il vice-presidente della Camera è nato ad Avellino il 6 luglio del 1986. Si è prima iscritto a ingegneria e subito dopo a giurisprudenza (un bel salto). Alla laurea non ci è mai arrivato, al contrario è approdato a poco meno di ventisette anni alla Camera dei deputati (21 marzo 2013). Cioè al palcoscenico più importante della politica ci è arrivato quando ragazzi come lui non solo hanno ottenuto una laurea ma hanno semmai conseguito anche un dottorato. E la sua risposta è in qualche maniera offensiva per quei giovani che hanno deciso di continuare con impegno gli studi, arrivando al traguardo e oggi non accampano la scusa di essersi dovuti impegnare “in prima persona” per il bene della collettività: lui, in fondo, ha avuto tutto il tempo per fare l’una e l’altra cosa. Se non lo ha fatto, è solo per sua scelta.

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