Quando la bolletta arriva in ritardo…

 

-di GIANMARIO MOCERA-

Capita che la bolletta che certifica i nostri consumi energetici, veri o presunti, quella che aspettiamo con ansia e che per alcuni è bimestrale, non arrivi o ci venga recapitata in grave ritardo.

Invano dopo la scadenza naturale guardiamo nella nostra casella postale, quella condominiale; non c’è, passa qualche giorno, mese, sei mesi e finalmente arriva.

Che c’è scritto? Eni si scusa per il ritardo dell’emissione della fattura, per il fatto che per motivi tecnici “dovuti al nostro elaboratore”, non sia riuscita ad adempiere a quanto scritto nel contatto commerciale. Conclusione: l’importo della fattura di 750 € le verrà addebitato in tre rate bimestrali, in aggiunta alle prossime fatturazione. Naturalmente, all’importo non saranno aggiunti interessi monetari o di mora .

Questa è la sintesi del racconto di Elisabetta, che da quando sa che mi occupo di tutela dei consumatori, ha pensato bene di chieder consulenza. Purtroppo questo è ciò che accade spesso agli utenti italiani, in alcuni casi le cifre sono molto superiori, e l’utente è costretto a sobbarcarsi un onere, sicuramente dovuto, di consumi mai fatturati e richiesti in unica soluzione o con comode rate bimestrali molto compresse nel tempo.

l’Eni si scusa non ci fa pagare neanche gli interessi, bontà sua. Evidentemente Eni non sa che, anche se dovuti, rate così strette, con cifre che diventano rilevanti, possono mettere in difficoltà molte persone, soprattutto in un periodo come questo in cui adulti e soprattutto giovani subiscono subiscono sul proprio reddito i pesanti effetti della crisi.

L’aspetto fastidioso in questa modalità commerciale è che se tu chiami il call center, cosa che ha fatto Elisabetta, e chiedi una diversa rateizzazione, oltre le tre fatturazioni, ti rispondono che non possono farlo: paghi o ti tagliano la luce. Ovviamente non è l’operatore del call center responsabile di questa risposta, ma è l’Eni, società della Cassa Depositi e Prestiti con lo Stato Italiano azionista di maggioranza: francamente ci si può attendere qualcosa di più da una società pubblica, una diversa sensibilità, tra l’altro su un loro errore.

Sono anni che attraverso le associazioni dei consumatori si cerca di far comprendere, soprattutto alle società dello Stato Italiano, che la qualità del servizio è un elemento fondamentale, gli utenti sono clienti, non sudditi.

E’ questo un atteggiamento in uso nelle società monopoliste, in questo caso oligopoliste, cioè in pochi si dividono il mercato delle utenze e sembra che questa condizione garantisca poca attenzione ai clienti.

Eni è il monopolista dell’importazione di gas naturale in Italia, ENEL è la più grande società di produzione di energia elettrica, insieme le due società, con le proprie attività commerciali e di vendita, hanno all’attivo oltre trenta milioni di clienti, gli italiani sono poco meno di sessanta milioni, le proporzioni del controllo del mercato sono notevoli.

Da anni si parla di privatizzare, allargare il mercato ad altri concorrenti, addirittura abbiamo pagato in bolletta una quota per favorire le liberalizzazioni, ma quando ci sono due colossi nell’energia di queste dimensioni, non solo la privatizzazione è complicata, ma la concorrenza è a rischio, chi ci rimette è il consumatore.

Si discute in questi giorni di privatizzare le nostre società pubbliche. Ritengo tuttavia che il problema non sia privatizzare aziende dello Stato, lo stato deve mantenere la proprietà della rete, dell’infrastruttura, tutti i sistemi di rete devono essere pubblici, ai privati va solo affidata la gestione. Ma non può, lo stato, avere società che mi invia le bollette, è una diminuzione del suo ruolo, che non può essere il venditore porta a porta.

Probabilmente una società di distribuzione energetica più territoriale, più di prossimità avrebbe permesso una soluzione migliore del problema e la richiesta di Elisabetta forse sarebbe stata accolta, in fondo l’errore è stato commesso dall’azienda. Elisabetta, in altri contesti, sarebbe stata un Cliente con la quale non solo scusarsi, ma offrire concretamente le migliori condizioni per il rientro delle quote dovute.

fondazione nenni

Via Alberto Caroncini 19, Roma www.fondazionenenni.it

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