Inps: bocciato il bilancio. E Boeri

70 anni del Patronato INCA CGIL

La cosa non dovrebbe avere effetti sui pensionati (stando a quanto afferma il ministro del lavoro, Giuliano Poletti) ma potrebbe avere conseguenze su Tito Boeri presidente dell’Inps. Perché ieri il Consiglio di indirizzo e vigilanza, l’organismo composto da 22 membri designati dalle organizzazioni dei lavoratori dipendenti, dei lavoratori autonomi e dei datori di lavoro, ha bocciato il bilancio messo a punto dall’Istituto. Un colpo decisamente pesante per la gestione Boeri che in questi mesi ha sempre più identificato l’Inps con se stesso. Susanna Camusso, segretaria generale della Cgil, con una certa magnanimità a chi gli chiedeva se da questa vicenda esce bocciato il presidente, ha risposto: “Personalizzare non serve ma è chiaro che è un modello che non funziona”.

Sotto accusa la governance dell’istituto: da tempo i sindacati ne chiedono la riforma. E ieri, subito dopo la bocciatura del bilancio, il ministro Poletti si è affrettato ad annunciare l’apertura di un tavolo con Cgil, Cisl e Uil: “ “Noi abbiamo detto e ribadiamo la convinzione che sia necessario affrontare la discussione sulla governance e anche su questo punto avremo un confronto con le organizzazioni sindacali”. Il bilancio è stato bocciato dal Civ “con numeri imponenti”, come ha sottolineato la Camusso, perché “i documenti che rappresentano il Bilancio preventivo evidenziano carenze di risposte da parte dell’Istituto su punti rilevanti (come crediti contributivi, patrimonio immobiliare) oggetto di osservazioni anche da parte del Collegio dei sindaci e del ministero del Lavoro, che non consentono al Civ di dare un giudizio positivo”. Per il direttore generale dell’istituto, Gabriella Di Michele, “le motivazioni per il no mi sembrano strumentali. Noi applichiamo la legge”.

Ma il problema non riguarda solo questo bilancio ma il futuro. Lo dice con chiarezza il segretario della Uil, Carmelo Barbagallo parlando di “un giudizio di cui non si può non tenere conto. Occorre cambiare modello di governance: l’uomo solo al comando non funziona”. Aggiungendo: “La Uil ha sempre bocciato il bilancio dell’Inps considerandolo falsato dalla mancata separazione di assistenza e previdenza. Nel corso degli ultimi anni, poi, si sono aggiunti ulteriori aspetti negativi da noi sistematicamente evidenziati. Oggi, finalmente, la stragrande maggioranza del Civ dell’Inps ha votato contro il bilancio o si è astenuto”. E sulla governance futura, Barbagallo ha sottolineato che “gli azionisti dell’Inps sono i lavoratori e i datori di lavoro: è a loro che devono essere riconosciute una giusta rappresentanza e una funzione di indirizzo e vigilanza effettiva e cogente. Ribadiremo al governo questa rivendicazione delle parti sociali”.

 

La cosa non dovrebbe avere effetti sui pensionati (stando a quanto afferma il ministro del lavoro, Giuliano Poletti) ma potrebbe avere conseguenze su Tito Boeri presidente dell’Inps. Perché ieri il Consiglio di indirizzo e vigilanza, l’organismo composto da 22 membri designati dalle organizzazioni dei lavoratori dipendenti, dei lavoratori autonomi e dei datori di lavoro, ha bocciato il bilancio messo a punto dall’Istituto. Un colpo decisamente pesante per la gestione Boeri che in questi mesi ha sempre più identificato l’Inps con se stesso. Susanna Camusso, segretaria generale della Cgil, con una certa magnanimità a chi gli chiedeva se da questa vicenda esce bocciato il presidente, ha risposto: “Personalizzare non serve ma è chiaro che è un modello che non funziona”.

Sotto accusa la governance dell’istituto: da tempo i sindacati ne chiedono la riforma. E ieri, subito dopo la bocciatura del bilancio, il ministro Poletti si è affrettato ad annunciare l’apertura di un tavolo con Cgil, Cisl e Uil: “ “Noi abbiamo detto e ribadiamo la convinzione che sia necessario affrontare la discussione sulla governance e anche su questo punto avremo un confronto con le organizzazioni sindacali”. Il bilancio è stato bocciato dal Civ “con numeri imponenti”, come ha sottolineato la Camusso, perché “i documenti che rappresentano il Bilancio preventivo evidenziano carenze di risposte da parte dell’Istituto su punti rilevanti (come crediti contributivi, patrimonio immobiliare) oggetto di osservazioni anche da parte del Collegio dei sindaci e del ministero del Lavoro, che non consentono al Civ di dare un giudizio positivo”. Per il direttore generale dell’istituto, Gabriella Di Michele, “le motivazioni per il no mi sembrano strumentali. Noi applichiamo la legge”.

Ma il problema non riguarda solo questo bilancio ma il futuro. Lo dice con chiarezza il segretario della Uil, Carmelo Barbagallo parlando di “un giudizio di cui non si può non tenere conto. Occorre cambiare modello di governance: l’uomo solo al comando non funziona”. Aggiungendo: “La Uil ha sempre bocciato il bilancio dell’Inps considerandolo falsato dalla mancata separazione di assistenza e previdenza. Nel corso degli ultimi anni, poi, si sono aggiunti ulteriori aspetti negativi da noi sistematicamente evidenziati. Oggi, finalmente, la stragrande maggioranza del Civ dell’Inps ha votato contro il bilancio o si è astenuto”. E sulla governance futura, Barbagallo ha sottolineato che “gli azionisti dell’Inps sono i lavoratori e i datori di lavoro: è a loro che devono essere riconosciute una giusta rappresentanza e una funzione di indirizzo e vigilanza effettiva e cogente. Ribadiremo al governo questa rivendicazione delle parti sociali”.

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