Grillo non è né di destra né di sinistra. È solo antidemocratico

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È un periodo in cui Beppe Grillo, comico e capopolo, si esprime con generosità anche se non sempre con eleganza e buona educazione. Ieri, in vista dei prossimi appuntamenti elettorali ha spiegato, da vero emulo di Trump e degli “uomini forti”, che chi non condivide la linea del Movimento 5 stelle deve andare via, il dissenso nel mondo fatato della democrazia diretta (?) il dissenso non esiste; chi non rispetta le regole sarà punito con sanzioni (immaginiamo anche economiche); che nel non partito i rappresentanti del popolo hanno il compito solo di applicare il programma che viene scelto dai militanti attraverso, evidentemente, i referendum online, il che significa che devono applicare solo il programma deciso da lui e Davide Casaleggio. Una visione di parlamentari, sindaci, presidenti di regione e consiglieri vari piuttosto bizzarra e per i diretti interessati, avvilente: praticamente “burattini”. In più ha voluto spiegare che “il M5S non è di destra né di sinistra, non c’entriamo nulla con queste categorie ideologiche. Quando parliamo di reddito di cittadinanza dicono che siamo di sinistra, anche se loro sono quelli del jobs act. Quando parliamo di sostegno alla pmi dicono che siamo di destra, anche se sono loro quelli che le hanno affossate. Quando parliamo di taglio degli stipendi siamo populisti. Questo è il motivo per cui non faremo mai alleanze con i partiti che hanno devastato l’Italia negli ultimi decenni”. Difficile per lui capire che la differenza tra destra e sinistra è nella “visione” di società che si persegue e che questa visione si basa su valori ideali, culturali e morali (che non si esauriscono nella semplice evocazione dell’onestà). Conclusione: Grillo non è né di destra né di sinistra ma, come dimostra con la conduzione autocratica del suo partito e l’aperto rifiuto del dissenso, è solo anti-democratico.

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