L’Italia dice No. Con più del 59% dei voti, la Riforma della Costituzione è bocciata dal popolo sovrano. E al netto delle personalizzazioni, sono bocciati anche il progetto di Matteo Renzi e il suo governo. Si è votato sulla carta costituzionale, sulla revisione della seconda parte della legge fondamentale, ma non solo. Anche sulle leadership, e sulle possibili conseguenze politiche, economiche e sociali del risultato.
L’affluenza è stata alta. Il 68,27%, 50.773.284 milioni, un record. Il referendum con più partecipazione dal 1993 (quando il quesito era sulla modifica della legge elettorale). Le regioni con più elettori sono state la Lombardia e il Veneto con più del 75%.
I primi exit poll delle ore 23 davano il No tra il 55 e il 59 per cento. L’indice più alto è stato via via confermato con i primi risultati che affluivano. La regione in cui il voto contrario ha i numeri più alti è la Sardegna (verso il 73%).
Il Presidente del Consiglio ha parlato da Palazzo Chigi. Ha concesso la vittoria al “fronte del No” e ha annunciato che rassegnerà le dimissioni. I protagonisti dello schieramento vincitore hanno rilasciato diverse dichiarazioni in cui chiedono al Presidente della Repubblica un governo che provveda agli affari correnti e a una nuova legge elettorale. Salvini e il Movimento 5 Stelle chiedono un ritorno alle urne il più presto possibile. Per martedì è convocata la Direzione Nazionale del PD. Non è escluso che Renzi lasci anche la poltrona di segretario del partito di maggioranza relativa. Sono ore confuse, in cui vengono immaginati diversi scenari per il futuro.