-di ANTONIO MAGLIE-
Prima giornata di schermaglie tattiche ma anche di condivisione di alcuni punti che faranno parte del nuovo contratto nel momento in cui l’accordo sarà totale. È cominciata la tre giorni che potrebbe consegnare venerdì (sera o notte) ai metalmeccanici l’atteso rinnovo dopo un anno di negoziati complessi, difficili, anche carichi di tensione. “È il momento di spingere nella stesa direzione per chiudere presto e bene il rinnovo”, dice il segretario generale della Fim, Marco Bentivogli. Per ora, tatticamente, tutti sono attestati sulle posizioni di partenza. Da un lato Federmeccanica che ribadisce la linea del decalage sul fronte del recupero dell’inflazione (cento per cento nel 2017, 75 per cento nel 2018 e 50 per cento nel 2019); dall’altro Fiom, Fim e Uilm che ribadiscono che l’aumento del costo della vita va recuperato tutto, senza distinzione di anni.
La staticità delle posizioni, però, non deve indurre a pensare che nel frattempo non siano stati compiuti passi in avanti: le schermaglie tattiche, in sostanza, coprono il lavoro concreto che ha consentito di dare per acquisiti alcuni punti dell’accordo. In particolare: la formazione continua, il diritto allo studio, salute e sicurezza, ferie e congedi parentali, trasferimenti, previdenza complementare e la grande novità rappresentata dall’istituzione della commissione nazionale salute e lavoro. Una novità non irrilevante che rientrerà in un capoverso dell’accordo (non in un articolo) diventando così un pezzo essenziale del nuovo sistema di relazioni sindacali (l’organismo si riunirà una volta all’anno).
La giornata di di domani, 24 marzo, si annuncia intensa ma non ancora conclusiva. Sindacati, Federmeccanica e Assistal torneranno a riunirsi in mattinata per limare altri spigoli nel corso di una riunione tecnica in sede ristretta; poi, subito dopo pranzo, alle 14, le delegazioni, in sede plenaria e politica, si ritroveranno intorno al tavolo per provare a sgombrare il campo dagli ultimi ostacoli che impediscono il raggiungimento del traguardo. Cinque argomenti in tutto: appalti, inquadramento, assistenza sanitaria integrativa (il sindacato chiede alle aziende di incrementare il contributo, dall’1,6 al 2 per cento), salario e regole. In realtà gli ultimi due temi dovrebbero slittare a venerdì, la giornata in cui, negli auspici di molti (ma non di tutti perché nella delegazione di Federmeccanica non mancano le resistenze), la trattativa dovrebbe concludersi con le firme.
Insomma, siamo veramente all’ultimo chilometro (forse anche meno): il più entusiasmante perché non vedi ma immagini lo striscione del traguardo, ma anche il più pericoloso perché lì tutto può accadere compromettendo il faticoso lavoro fatto nei chilometri precedenti. Ed è inevitabile che i rischi maggiori riguardino il salario un tema sul quale bisognerà combinare miglioramenti salariali imponibili e miglioramenti sotto forma di benefici utilizzabili sul fronte dei consumi (un fronte caldissimo perché è da quello che dipende la ripresa della domanda interna e una crescita che finalmente esca dalla dinamica da prefisso telefonico, zero virgola). Un clima di prudente e allo stesso tempo febbrile attesa. Uno stato d’animo che traspare dalle parole di Bentivogli: “A questo punto siamo al dunque: scaduto il tempo dei tatticismi, non bastano più le dichiarazioni e le disponibilità a raggiungere una intesa in tempi rapidi. Per rendere davvero efficace questa tre giorni di trattativa dobbiamo affrontare velocemente i punti principali che rimangono aperti”.