-di VALENTINA BOMBARDIERI-
È morto Umberto Veronesi. Un uomo rivoluzionario, socialista, un vero e proprio luminare della medicina.
Fondatore e Presidente della Fondazione Veronesi ha dedicato la propria vita alla lotta contro il cancro. Direttore dell’Istituto Nazionale dei Tumori e Ministro della Sanità del Governo Amato nel 2001.
Vicino al Partito Socialista Italiano, negli anni ottanta venne chiamato da Bettino Craxi a far parte dell’assemblea nazionale del PSI. Dal 2008 fino a 2011 è stato eletto con il Partito Democratico.
Un uomo rivoluzionario che dimostrò che i tumori al seno, se piccoli, possono essere asportati con la quadrantectomia, una tecnica che evita la rimozione totale della mammella.
L’attenzione alla vita e alla dignità dei malati ha segnato tutta la sua vita. Amante e dedito alle donne che riteneva “sono capaci di “amore insensato”, di amare oltre ogni ragionevolezza, cosa che gli uomini raramente sanno fare”.
“Frequentando i reparti di medicina scoprii un male ancora maggiore, che era il cancro, e decisi di battermi contro di esso. Il male è il male, in ogni sua espressione”. Queste le sue parole.
Il suo fu un impegno sociale e politico che in 90 anni di vita ha rivoluzionato le basi della medicina.