Ammortizzatori sociali per 2,5 milioni di lavoratori

 

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-Rapporto Uil-

Quasi 1 lavoratore su 5 del settore privato “beneficia” o, meglio, conosce l’amara esperienza di dover usufruire di ammortizzatore sociale. Infatti, su 14 milioni di lavoratrici e lavoratori del settore privato (escluso il settore agricolo), quasi 2,5 milioni di persone (il 17,5% del totale), nel 2016, hanno fruito o fruiranno della cassa integrazione o della mobilità o, peggio, hanno ottenuto un sussidio di disoccupazione (NASPI, ASPI, ecc.), in diminuzione del 5,2% rispetto al 2015.

Il dato relativo all’anno 2016, emerge da una stima della UIL basata sull’analisi dei dati relativi alla richiesta degli ammortizzatori sociali nei primi 8 mesi dell’anno. Nello specifico, i beneficiari di Cassa Integrazioneammontano, nel 2016, a 640 mila persone in diminuzione del 14% rispetto al 2015; coloro che ricevono assegni per la Mobilità ammontano a 185 mila, in diminuzione del 4,5% rispetto allo scorso anno ed, infine, per laNASPI, ASPI, disoccupazione ecc. i beneficiari di assegni ammontano ad oltre 1,6 milioni, in diminuzione dell’1,3% sullo scorso anno.

A livello regionale, è in Lombardia che si registra, con 379mila unita’, il numero più alto di persone beneficiarie di un ammortizzatore sociale ed esse rappresentano il 15,4% del totale nazionale; in Campania sono il 9,3% del totale nazionale (229 mila persone); in Emilia Romagna l’8,4% del totale nazionale (206 mila persone); nelLazio l’8,1% del totale nazionale (199 mila persone); in Veneto il 7,8% del totale nazionale (193 mila persone).

Merita attenzione il dato del rapporto del numero dei soggetti beneficiari di una prestazione sociale sul totale dei lavoratori dipendenti del settore privato (escluso il settore agricolo) dal quale emerge che in Molise 3 lavoratori su 10 (il 28,9%), conoscono l’esperienza di essere destinatario di un ammortizzatore sociale; inBasilicata e in Calabria coloro che usufruiscono di ammortizzatori sono il 27,9% del totale dell’occupazione dipendente privata; in Sardegna il 27,6%; in Sicilia il 24,8%.

Viceversa, in Lombardia chi usufruisce di un ammortizzatore sociale è il 12,4% del totale dell’occupazione dipendente privata; in Veneto il 13,8%; nel Lazio il 14,2%; in Liguria il 15,7%; in Emilia Romagna il 16,1%.

Analizzando i dati del 2015, mediamente, ogni persona protetta da un ammortizzatore sociale, tra sussidio, contribuzione figurativa e assegni familiari, ha percepito 7.341 euro, a fronte dei 7.449 euro medi del 2014.

Nel dettaglio, per i beneficiari dell’integrazione al reddito da cassa integrazione tra sussidio, contribuzione figurativa e assegni familiari, la media dell’importo è stata di 6.572 euro (5.688 euro nel 2014); per la Mobilità16.218 euro (15.331 nel 2014); per ASPI, NASPI, MINI ASPI e DISCOLL 6.650 euro (7.704 euro nel 2014). Nel 2015, (ultimo dato definitivo), hanno usufruito della Cassa Integrazione Guadagni, Mobilità e Indennità di Disoccupazione, ASPI e Mini ASPI, quasi 2,6 milioni di persone, in diminuzione del 13,5% rispetto all’anno precedente quando ad usufruire di un ammortizzatore sociale erano state quasi 3 milioni di persone.

La spesa degli ammortizzatori nel 2015

Il sistema di protezione sociale sostenuto dagli ammortizzatori, tra costo delle indennità e dei contributi figurativi, nell’ultimo anno è costato 19 miliardi di euro (altrettanti se ne stimano per il 2016). Dato, però, in diminuzione del 14,7%% rispetto al 2014 (3,3 miliardi di euro).

Il tutto è finanziato per 9,3 miliardi di euro dai contributi di lavoratori ed aziende e quasi altrettanti (9,7miliardi di euro) sono a carico della fiscalità generale.

Nello specifico, per la Cassa Integrazione il costo è stato di 3,9 miliardi di euro, in diminuzione del 20,8%rispetto al 2014 (1 miliardo di euro); per gli ammortizzatori in deroga (cassa e mobilità in deroga), il costo è stato di 1miliardo di euro in diminuzione del 42,9% (751 milioni di euro); per l’Indennità di Mobilità ordinaria il costo è stato di 3,1 miliardi di euro, con una diminuzione del 2,2% sul 2014 (72 milioni di euro); per le indennità di disoccupazione gli assegni di ASPI, NASPI Mini ASPI e DISCOLL sono costate oltre 11 miliardi di euro in diminuzione dell’11,6% (1,4 miliardi di euro) rispetto al 2014. Questo nonostante che, nello stesso periodo, siano aumentati del 2,5% i beneficiari.

Nello specifico, per la Cassa Integrazione Ordinaria il costo nell’ultimo anno è stato di 1,2 miliardi di euro in aumento dell’1,9% rispetto al 2014; per la Cassa Integrazione Straordinaria sono stati spesi 2,6 miliardi di euro in diminuzione del 28,4% rispetto all’anno precedente (1 miliardo di euro); per i contratti di solidarietà 126 milioni di euro, in diminuzione del 14,9% sul 2014.

Per quanto riguarda gli ammortizzatori in deroga, per la Cassa Integrazione (cigd) l’ammontare è stato di 617milioni di euro, in forte diminuzione (49,1%) rispetto all’anno precedente; mentre per la Mobilità in Deroga la spesa è stata di 383 milioni di euro (meno 28,8%). Questi ultimi dati (Cassa e Mobilità in Deroga) risentono, oltre che del fermo amministrativo, anche della radicale riduzione della durata di godimento (massimo 3 mesi).

Per l’ASPI, NASPI, MINI ASPI e DISCOLL il costo ammonta a 11 miliardi di euro, in diminuzione dell’11,6% rispetto al 2014 (1,4 miliardi di euro).

Per quanto concerne i 9,3 miliardi di euro di entrate da contributi da parte dei lavoratori e aziende, essi sono in aumento dell’1,9% rispetto al 2014 (oltre 172 milioni di euro).

Le entrate per la Cassa integrazione ammontano complessivamente a 3,8 miliardi di euro, in aumento del 2,2%rispetto all’anno precedente, di cui: per la cassa ordinaria i contributi ammontano a 2,7 miliardi di euro (più 2%); per la cassa straordinaria 1,1 miliardi di euro (più 2,5%).

Per gli Ammortizzatori in Deroga, le entrate da contributi da aziende e lavoratori sono minime (circa 11 milioni di euro), in quanto finanziati dalla fiscalità generale; mentre per le Indennità di Mobilità ordinaria le entrate ammontano a 587 milioni di euro (meno 3,7%).

Infine per l’ASPI, NASPI, MINI ASPI le entrate ammontano complessivamente a 4,9 miliardi di euro (più 2,7%). Nello specifico 4 miliardi di euro sono i contributi per la disoccupazione (più 2%); 307 milioni di euro per il contributo addizionale (1,4%), dovuto per le assunzioni a termine (più 11,6%); 421 milioni di euro per il “Ticket licenziamento” (più 4,2%); 66 milioni di euro per il contributo per il lavoro domestico; 76 milioni di euro per il trattamento speciale edile.

Se si mette in comparazione il dato delle entrate da contributi da aziende e lavoratori con quello della spesa per gli ammortizzatori sociali, si evidenzia, nel 2015, un saldo negativo di 9,8 miliardi di euro, coperti con la fiscalità generale, in diminuzione, però, del 26,2% rispetto al 2014 (3,5 miliardi di euro).

Nello specifico, per la Cassa Integrazione Guadagni il saldo negativo è sceso dai 1,2 miliardi del 2014 ai 65 milioni di euro del 2015, dovuto, soprattutto, ad una diminuzione (1,1 miliardi di euro) della cassa integrazione straordinaria che continua, comunque, a presentare un saldo negativo di 1,6 miliardi di euro; mentre la cassa integrazione ordinaria presenta un saldo positivo di 1,5 miliardi di euro in linea con il 2014.

Per la Mobilità il saldo negativo nell’ultimo anno è di 2,5 miliardi di euro, in linea con il 2014 e per gliammortizzatori sociali in deroga, il saldo negativo è di 989 milioni di euro in diminuzione del 42,7% rispetto al 2014.

Per l’ASPI, NASPI, MINI ASPI, DISCOLL il saldo negativo ammonta, nel 2015, a 6,1 miliardi di euro, a fronte di un saldo negativo di 7,7 miliardi di euro del 2014.

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