Le parole d’autore di Nenni: fiducia a carambola

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– DI FRANCESCA VIAN –

Fiducia a carambola è una locuzione nata da una carambola tra Pietro Nenni e Alcide De Gasperi. La carambola è un urto di rimbalzo. La fiducia a carambola è la fiducia votata a un governo da parte di una forza politica, non tanto per appoggiare quel preciso governo, quanto per colpire altre forze politiche.

Il 18 febbraio 1947, Nenni votò la fiducia al governo De Gasperi, sottolineando che era suo intento non favorire la destra: “Compiango gli italiani che non hanno compreso che la disfatta del 1943 non è dovuta a questo o quell’episodio, non è il risultato di questo o di quell’errore tattico o strategico, ma è la condanna di tutta la politica estera della borghesia italiana, dalla Triplice alleanza fino all’Asse. È la punizione caduta sul Paese che era uscito dalle vie del suo destino, che sono le vie non della guerra, ma del lavoro e della pace. (…)

C’è stata, per esempio, poco meno di mezzo secolo fa una seduta memorabile. Al banco del Governo c’era, invece di De Gasperi, l’onorevole Giolitti; al posto dell’onorevole Corbino c’era l’onorevole Sonnino, e da questi banchi si alzava Camillo Prampolini e cominciava il suo discorso con queste parole: «Noi voteremo contro Sonnino, voteremo cioè contro l’opposizione di destra», e quindi per il Governo che aveva nel suo programma la libertà di sciopero.

È un po’ il nostro destino. Anche noi oggi, quando partecipiamo al Governo, quando votiamo per il Governo, votiamo contro qualche cosa, votiamo contro il Governo della destra, nel quale vedremmo la rinascita della reazione e del totalitarismo, e votiamo anche contro il Governo di centro che reputiamo incapace di dirigere la nazione e di portare i suoi problemi a soluzione”.

De Gasperi commentò il discorso di Nenni dicendo che era un “suffragio a carambola”, indiretto e che egli lo accettava. Nenni accorciò poi la questione in “fiducia a carambola”.

E’ una locuzione dunque coniata essa stessa a carambola: Nenni esprime un concetto e De Gasperi mette sul tavolo il suo “carambola”; Nenni vi aggiunge “fiducia” e nella carambola fra i due esce: fiducia a carambola.

Il rimpallo linguistico avviene tra due politici che si vogliono bene. Nenni lo ripete più volte e lo scrivono anche i giornalisti. Nel diario del 1945, Nenni annota: “Ho in verità per De Gasperi la più alta stima e credo che egli abbia per me il più vivo affetto” (Pietro Nenni, Tempo di guerra fredda, Diari 1943-1956, Milano, Sugarco, 1981).

Trent’anni dopo, a vent’anni dalla morte di De Gasperi, il 19 agosto 1974, Nenni annota nel suo diario: “In ogni caso è vero che anche dopo il 1946, egli (De Gasperi, ndr) ebbe quello che i giornalisti chiamarono “un debole” per me, come io, pur combattendolo con estrema energia, ne ebbi uno per lui, per la dimensione umana veramente eccezionale e di gran lunga superiore a quella dei suoi successori” (Pietro Nenni, Socialista libertario giacobino, Venezia, Marsilio, 2016, a cura di Paolo Franchi e Maria Vittoria Tomassi).

Il giornalista Gino Pallotta registra “fiducia a carambola” nel suo dizionario di politica (Gino Pallotta, Dizionario della politica italiana, 1964, Pisani), facendo dunque uscire questa espressione dal motivo contingente che la determinò e conferendole una validità generale.

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