-di SANDRO ROAZZI-
Il Presidente della Confindustria non lesina commenti positivi alla nuova legge di stabilità in una intervista al quotidiano della Capitale Il Messaggero. Le…attenzioni ricevute del resto legittimano questa soddisfazione. Il capitolo di incentivi alle imprese è assai robusto tanto da far apparire quello destinato a pensionandi, pensionati e famiglie un corollario che conserva aspetti positivi ma non appare certo centrale nella politica economica che guarda ad un difficile 2017.
L’unico vero neo, a detta del leader degli industriali privati, è quello di non aver da parte del Governo messo in campo interventi che facilitassero davvero il ricorso al credito. In quel caso evidentemente la legge sarebbe stata davvero a…stabilità confindustriale. In realtà le risorse che verranno messe a disposizione rispondono ad una logica che ha forti giustificazioni nel procedere dell’innovazione dentro e fuori l’apparato produttivo. Una vera e propria rivoluzione di proporzioni ancora in parte non ben definite e sulle cui conseguenze sociali e sindacali forse non c’ è ancora l’attenzione che meriterebbe. Del resto in una economia stagnante ed a corrente alternata il ritorno di un clima di maggiore fiducia nella vita economica appare basilare. E siccome le chiacchiere, come si dice, stanno…a zero c’è bisogno di misure e risorse mirate. Ma nel ragionamento di Boccia ci sono alcune considerazioni che non vanno trascurate: la prima è quella che delinea nuovamente una scena economica dove il protagonista reale e non condizionabile è l’impresa.Ma senza che il mondo imprenditoriale dia garanzie sufficienti in termini di decisioni di investimento e di nuova occupazione. Per il Presidente della confindustria è un bene, allora che il Governo abbia abbandonato l’idea di procedere per “settori”, il mercato torna così ad essere una prateria nella quale vincoli e scelte collettive hanno assai poco valore. e tace di conseguenza su assunzioni di responsabilità verso la crescita economica che non sia quelle da assumere nei confronti delle proprie imprese. E’ vero che alcune strategie si intravedono negli interventi dedicati allo sviluppo dell’industria 4.0. Ma se si guarda a questa prospettiva si comprende come questa evoluzione tecnologica se non guidata rischia di creare nuovi modelli di impresa nei quali però potrebbe essere difficile poter contare come lavoratori e sindacati ma anche far valere interessi generali del Paese. E’ una partita simile a quella che si giocò per alcuni versi negli anni ’80.
Oggi e soprattutto domani appare addirittura assai più impegnativa per le sorti dell’intero Paese nel futuro. Insomma siamo agli inizi, forse (anzi…referendum permettendo) di una stagione assai diversa dalle solite per quanto riguarda l’assetto economico e sociale dell’Italia. Il governo per ora si è ritagliato un ruolo da…ufficiale pagatore nella speranza che la ripresa si intensifichi e produca quegli esiti senza i quali si tornerebbe a vivacchiare in un regime di stagnazione. Forse però sarebbe il caso di tenere maggiormente il fiato sul collo del variegato mondo imprenditoriale che ha il merito di aver tenuto nella crisi ma che ha il dovere di concorrere a realizzare scenari di sviluppo che abbiano una valenza anche di tenuta e promozione sociale. su questo versante il buio invece impera. Certo, sta anche al movimento sindacale far sentire la propria voce.
E saper guardare avanti sia pure in un momento nel quale le difficoltà ad interpretare un ruolo per questo fondamentale soggetto sociale sono certamente superiori a quelle che le imprese sono chiamate ad affrontare. Nelle misure varate infatti già si delinea una identità dell’impresa sempre meno legata alla tradizione: le misure a favore delle Pmi ad esempio non si ispirano solo al desiderio di vedere crescere in dimensione,mercato e innovazione, ma tengono conto di una realtà che sta mutando anche la stessa figura dell’imprenditore. Le agevolazioni sono davvero cospicue anche sul piano fiscale anche se poi si legge che c’è ancora una area vasta di evasione ed elusione nel mondo del lavoro autonomo e di impresa. Gli incentivi sul welfare aziendale e la produttività appaiono rilevanti ma quale modello di relazioni industriali si sottintende? Ed è poi davvero utile che alcuni settori finiscano per assolvere ad un ruolo secondario al momento come quello delle infrastrutture o quello energetico? Insomma ci sarebbe molto da discutere. Questa volta tenendo conto che sul piatto alcune opportunità questa legge di stabilità le mette, bisognerebbe però evitare che prevalgano le ingordigie.