-di SANDRO ROAZZI-
La crescita secondo il G20 riunito in Cina dovrà essere “forte, stabile, sostenibile, bilanciata, inclusiva”. Questo l’impegno a parole secondo le fonti che anticipano la bozza conclusiva. Se così fosse saremmo alla vigilia di una nuova età dell’oro. La realtà appare ben diversa invece e l’auspicio onnicomprensivo dimostra più il tentativo di occultare l’affanno a far fronte ai problemi attuali che l’effettiva possibilità di rimettere in carreggiata un’economia mondiale piena di contraddizioni. Anche perché mancano due passaggi senza i quali il castello di buone intenzioni rischia di rivelarsi… di carte sbilenche. In primo luogo non ci sono indicazioni precise su interventi in grado di sfuggire alla sudditanza dei mercati finanziari. In secondo luogo manca inevitabilmente un richiamo ai temi geopolitici, immigrazione inclusa, che tanto influenzano il consenso politico, vedi Germania, e l’andamento economico.
In compenso c’è un tributo al realismo quando si sostiene che permangono rischi al ribasso… Troppo poco se il pericolo fosse la ormai famosa stagnazione secolare, troppo vago se si trattasse di un ostacolo congiunturale. Del resto le urgenze dell’oggi non lasciano molto spazio alle acrobazie lessicali.
L’Istat, ad esempio, nella sua nota mensile, prevede per l’economia italiana il perdurare di una situazione di debolezza che associata al semestre di crescita zero getta un’ombra poco rassicurante sull’intero 2016 economico. Non è un caso che ad esempio le anticipazioni sul confronto relativo alle pensioni danno per certe le misure di sostegno alle pensioni in essere, quasi fossero un rinnovo contrattuale, con risorse cioè utilizzabili nel breve periodo, dal 2017, sul versante dei consumi.
Quello che non si intravede però è una vera e propria strategia di crescita che non è facile mettere in piedi ma la ci enunciazione programmatica probabilmente riuscirebbe a dare più certezze di interventi “come si può” ad una economia che accusa le maggiori fragilità in materia di investimenti, capacita’ di rischio ed equità. Intanto il tempo passa…