Chi ha avuto, ha avuto, ha avuto, chi ha dato, ha dato, ha dato, scurdámmoce ‘o ppassato, simmo ‘e Napule paisá!
Quando Fiorelli e Valente scrissero questa canzone la guerra era ancora in corso ma non vedeva più Napoli come palcoscenico principale. Era una canzone di speranza ma dopo aver appreso la notizia dell’archiviazione dell’inchiesta sulla maxi-evasione del cantautore Gino Paoli (Sapore di Sale ed “eravamo quattro amici al bar che volevano cambiare il mondo”: ma va’?) quei versi, particolarmente adatti alla vicenda, potrebbero esprimere soprattutto un sentimento di rassegnazione. La storia è nota e parte dalle indagini sulla truffa alla Cassa di Risparmio di Genova. Paoli venne intercettato mentre parlava di quattrini (due milioni di euro) da far rientrare in Italia (proventi legati alle sue partecipazioni alle feste de “l’Unità”). Il cantante, che sta trattando con l’Agenzia delle Entrate una rateizzazione del debito (comunque a questo punto esiguo), non sarà processato. Il Pm, infatti, ha chiesto l’archiviazione per intervenuta prescrizione. Secondo il magistrato, non si può stabilire la data in cui il reato è cominciato, sicuramente prima del 2008. Pertanto, come cantavano Fiorelli e Valente, “chi ha avuto ha avuto e chi ha dato ha dato”. È l’Italia dei paradossi. In questi giorni può capitare che professori in pensione da qualche tempo ricevano una lettera in cui la ragioneria, dopo molti anni e complicati calcoli, stabilisce che essendo state versate provvisoriamente delle somme a titolo di salario, deve provvedere al recupero in base a un conguaglio negativo nei confronti di colei o colui che quei soldi ha percepito. Roba di poco, qualche migliaio di euro da restituire entro trenta giorni e con gli uffici chiusi per ferie in maniera tale che il controllo (e l’eventuale contestazione) di quei calcoli si possa trasformare in un esercizio a dir poco labirintico per il povero cittadino. Ecco, “chi ha avuto ha avuto chi ha dato ha dato”. Per Paoli scatta la prescrizione; non ha scampo, invece, il povero cittadino, ex dipendente della scuola perché nei suoi confronti la prescrizione non può scattare in quanto i tempi, favorevoli all’amministrazione, li ha stabiliti un prezioso parere del Consiglio di Stato.