Alfano dorme e l’Uomo Nero si sveglia

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Nel clima di revisionismo storico, con il sindaco di Bolzano (Pd) che “dialoga” con “CasaPound”, i fascisti del terzo millennio, ecco che dagli anfratti più bui della nostra storia peggiore, riaffiorano, forse per invidia nei confronti dei colleghi più moderni, i fascisti del secondo millennio, quelli di Avanguardia Nazionale, sigla tristemente nota tra gli anni Sessanta e Settanta, all’epoca del golpismo “nero”, dello stragismo e della strategia della tensione. Hanno deciso di organizzare un “fine settimana” in un albergo della periferia romana e per l’occasione hanno “lucidato” ed esposto vecchi arnesi dei tempi ruggenti, veri e propri “combattenti e reduci”. La sigla si sciolse ufficialmente nel 1976, ventiquattro ore prima del decreto con il quale il ministero dell’Interno ne ordinava la dissoluzione in base alla legge Scelba che dà attuazione a una delle disposizioni transitorie e finali della Costituzione, quella che vieta la ricostituzione del partito fascista. Una sigla che richiama vicende torbide come il tentato golpe di Junio Valerio Borghese, il “principe nero”, i moti di Reggio Calabria con una incancellabile scia di morti, feriti e attentati. Le numerose inchieste giudiziarie e le condanne nei confronti degli esponenti di spicco del gruppo, indussero il ministro dell’Interno di allora, Francesco Cossiga (capo del governo era Aldo Moro) a intervenire con il decreto di scioglimento. L’attuale capo del Viminale, Angelino Alfano, invece, non dà segni di vita: probabilmente sonnecchia a causa del gran caldo.

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