Cinquantottini, come ricostruire una classe dirigente?

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-di VALENTINA BOMBARDIERI-

Come attuare un processo di cambiamento? Come costruire una classe dirigente capace produrre una proposta organica andando oltre alla semplice protesta? Questa la domanda intorno alla quale si è svolta la stimolante presentazione del libro di Vittorio Emiliani “Cinquantottini” stamattina nella sede della Uil nazionale a Roma. Grande partecipazione e grandi interventi che si sono alternati tra passato e presente. Dalla nascita dell’Unione Goliardica e da cosa volle dire veramente il 1958, hanno di confine tra il punto più alto della crisi del centrismo e la nascita del primo centro-sinistra..


Aprendo il dibattito, Giorgio Benvenuto, Presidente della Fondazione Nenni ha fatto un breve excursus storico ricordando gli avvenimenti che parlavano della fine di un’epoca e dell’ormai prossima nascita di una nuova fase. Una fase, ha sostenuto Benvenuto, che, come diceva Fanfani, doveva essere caratterizzata da “un progresso senza avventure”. Il presidente della Fondazione Nenni ha precisato che c’è una parte di storia, di persone, che abbiamo dimenticato e che grazie al libro di Vittorio Emiliani ricevono il giusto seppur tardivo riconoscimento. Perché quelle persone ispirarono e realizzarono buona parte delle riforme del centro-sinistra facendo soffiare sulle case d’Italia perennemente divise tra due “chiese” (quella democristiana e quella comunista) il vento del riformismo socialista e laico.

La parte storica cioè la nascita, l’evoluzione e la crisi delle organizzazioni goliardiche (spazzate via dall’espolosione del Sessantotto), è stata sviluppata da Peppino Loteta che ha diviso quella vicenda umana e intellettuale in tre epoche.

Alberto Benzoni, ex vice-sindaco di Roma, si è concentrato sulle università, sui giovani e sui “diversamente giovani” come lui stesso si definisce simpaticamente. “La mia generazione è stata la generazione tradita, credevamo realmente di poter cambiare le cose con l’arma delle riforme. È stata una occasione perduta”. Le organizzazioni goliardiche furono una scuola di formazione politica fornendo luoghi in cui sviluppare lunghi e appassionati dibattiti. Oggi questi luoghi non ci sono: vanno ricostruiti perché, a parere di Benzoni, oggi esiste una domanda latente di riforme veramente socialiste che cade nel vuoto perché manca “l’offerta” politica.

Di qui il quesito posto da Pierpaolo Bombardieri, segretario organizzativo della UIL: con quali strumenti, in quali modi formare oggi una vera classe politica? E il dirigente sindacale vede nel dibattito offerto dalla presentazione di questo libro l’occasione per tornare a discutere di passato, presente e futuro nella maniera tradizionale, quella che si basava sul rapporto interpersonale e non sulla semplice e fredda comunicazione cibernetica.

Il quesito che Bombardieri pone a Emiliani, autore del libro edito da Marsilio, incontra la risposta dell’ex direttore de “il Messaggero” che sottolinea come I Cinquantottini, al contrario dei sessantottini, erano fortemente parlamentaristi. Poi anche nel mondo universitario è andato in crisi il concetto di rappresentanza che oggi sembra essere riproposto seppur in maniera ancora informe. E l’augurio di Emiliani è che questo soffio flebili si trasformi in un vento robusto riportando negli Atenei il gusto della politica intesa come arte nobile.

Valentina Bombardieri

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