La Fondazione Nenni accolta nella Feps

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-di ANTONIO MAGLIE-

L’acronimo Feps sta per Foundation for European Progressive studies, cioè Fondazione europea di studi progressisti. Una organizzazione che riunisce trentasette partiti politici e quaranta fondazioni nazionali. Sino a ieri perché l’assemblea generale riunita a Bruxelles ha deciso di aprire le sue porte a un nuovo membro: la Fondazione Pietro Nenni. Una decisione che inorgoglisce tutti noi che ogni giorno lavoriamo con passione per tenere vivo non solo il ricordo di un grande leader ma anche per offrire a chi ha la pazienza di seguirci gli strumenti per interpretare al meglio la realtà italiana, per studiarla nei suoi aspetti più complicati, bizzarri e oscuri.

Il Blog è solo un pezzo, probabilmente il più evidente, di questa attività, un pezzo che grazie a tutti voi in questi primi sei mesi del 2016 è cresciuto ben oltre le più rosee attese. Una affiliazione che è un riconoscimento al lavoro compiuto in tutti questi anni da Giuseppe Tamburrano, l’uomo che più di altri si è dedicato allo studio e al racconto del socialismo e di quello che ne è stato punto di riferimento per un lungo tratto del Novecento. È un “risarcimento” per la Famiglia Nenni che per otto anni ha visto il nome del leader fuori da un circolo riformista a cui lui di diritto apparteneva.

La nostra Fondazione entra a far parte di quella che a tutti gli effetti è la sua famiglia e lo è soprattutto per il lascito ereditario di Nenni e degli uomini che hanno interpretato con generosità una idea antica e moderna allo stesso tempo, che si sono battuti per un patrimonio di valori che ancora oggi tutti noi consideriamo indisponibile, non contrattabile. Siamo dentro questa grande famiglia europea creata nel 2008 dalla commissione e dal Parlamento europeo per contribuire, attraverso lo studio, a elaborare strategie politiche. Oggi in un momento complicato per una costruzione che è stato il sogno dei nostri padri (Nenni compreso), in una giornata in cui la campagna elettorale che accompagna la Gran Bretagna verso il referendum sulla permanenza nell’Unione è stata macchiata di sangue con l’omicidio della deputata laburista Jo Cox, la decisione dell’assemblea generale della Feps aggiunge al nostro lavoro motivazioni e responsabilità.

Siamo giunti a un bivio che ci impone soltanto scelte drastiche: tornare indietro verso un’Europa “spezzatino”, avvolta nella coperta di Linus delle chiusure nazionaliste e delle paure xenofobe, o andare oltre, molto oltre una integrazione che si è fatta travolgere dal vento impetuoso della finanza ma ha rinunciato ad avvertire il soffio lieve delle vite degli uomini; abbiamo visto correre verso traguardi sempre più ambiziosi i ricchi mentre si attenuava la spinta a portare avanti quelli che sono rimasti indietro, vera e propria “ragione sociale”, secondo Nenni, del socialismo. Nella stessa assemblea che ha accolto la nostra Fondazione, Massimo D’Alema è stato confermato presidente della Feps all’unanimità. Una coincidenza che non può che farci piacere: a lui i nostri migliori auguri di buon lavoro, un lavoro che a questo punto è un impegno comune.

antoniomaglie

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