Le parole d’autore di Nenni: l’agnello costituzionale

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di FRANCESCA VIAN-

Nenni sferra, subito dopo il delitto Matteotti, un violento attacco a Mussolini. Le frasi di Nenni cadono decise, lapidarie, serrate, una dopo l’altra, senza esitazione, per convincere tutti che Mussolini recita una parte, e che non gli si deve credere: quella dell’agnello costituzionale.

La passione e la forza di Nenni sono impareggiabili, in questi momenti così incerti, in cui il fascismo sembra vacillare.

“Vistosi battuto dall’opinione pubblica, Mussolini si è fatto piccolo piccolo; si è ritirato contro il muro come un gatto, quasi a implorare pietà, pronto però a mettere fuori di nuovo le zanne. E supplica, il già tremendo agitatore di moschetti, di razioni di piombo, di brividi sul filo della schiena, di essere creduto nella sua nuova figura di agnello costituzionale (…) Il signor Mussolini può oggi promettere quello che vuole. Non gli si deve credere. C’è tutto un passato che sta contro di lui. (…) oggi fa l’’occhio di triglia all’opposizione (…). Egli è un giocatore senza sensibilità morale, senza passione umana” (Avanti!, 26 giugno 1924, non firmato, ripubblicato in La battaglia socialista contro il fascismo, 1977).

Nello stesso articolo Nenni traduce l’ossimoro Mussolini -agnello con: “Occorre insistere sull’ipocrisia e perciò sulla falsità dell’ultimo atteggiamento del capo del governo” e aggiunge: “menzogna”, “doppiezza”, e poi di nuovo “ipocrisia”, “falsità”.

Nenni rende “le melanconie collaborazioniste”, “il trasformismo paternalistico di Mussolini” con metafore animalesche di forte impatto: la nuova veste bugiarda di Mussolini. Questo bugiardo è un animale: l’agnello, il gatto, una belva con le zanne, la triglia. Questo bugiardo è: doppiezza, falsità.

L’agnello non è solo un animale mite e giovane, è anche il simbolo religioso del sacrificio, non soltanto fra i cristiani. Con una brevitas tutta sua, ancor più forte del solito in questo momento storico, Nenni condensa in due parole: la metafora dell’animale mite, il simbolo del supremo sacrificio, e addirittura, con l’aggettivo “costituzionale” ci si richiama a un “agnello” votato alla legge, vestito di “costituzione”. E’ un’immagine fortissima, che si lega alle altre di questo stesso articolo, volte a ridicolizzare Mussolini, a spersonalizzarlo, a togliergli l’abito da uomo, e ad indossargli i panni di un animale, in una tragica recita, cioè quella del mentitore professionista, di chi si appella addirittura alla costituzione, alla legge, quando la “sentenza morale” del paese non gli dà scampo. Il governo ne “è colpito in pieno petto”, è “inchiodato a una responsabilità morale che lo schiaccerà”, “di fronte alla sollevazione dell’opinione pubblica, in virtù del caso che ha permesso a due cittadini l’identificazione dell’automobile che è servita ai criminali mettendo così sulle loro piste.” “Da tutto il mondo civile, l’onda del disprezzo investe il governo e non bastano a difendernelo i battaglioni delle camicie nere” (Avanti!, 14 e 22 giugno 1924). Con due parole Nenni condensa una schiera di simboli, volti a fare leva sull’indignazione generale, per smascherare Mussolini.

Questa superba prosa non servì a sprofondare Mussolini: ma certamente non fu spesa invano.

E un po’ come in questo monumento di Berlino (nella foto di copertina), dedicato ai membri del parlamento tedesco uccisi dal nazismo, perché oppositori, proprio come accadde in Italia con Matteotti. E’ così per questi spigoli piatti tutti in fila, lastre alla memoria, schierate in una suggestiva armonia di anime diverse e multiformi, ognuna con la sua presenza scomoda, ognuna colpita da una luce diversa, tutte idealmente allineate, votate ad invocare una nuova civiltà.

francescavian@gmail.com

francescavian

One thought on “Le parole d’autore di Nenni: l’agnello costituzionale

  1. Anche questa puntata è molto interessante e le metafore sono , davvero, straordinarie per efficacia, con uno spiccato senso di ironia e amaro umorismo. Bella anche la foto del monumento a Berlino.
    Grazie ancora.

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