-di VALENTINA BOMBARDIERI-
Il 7 giugno la Fondazione ha presentato nella splendida cornice della Sala Igea dell’Enciclopedia Treccani “Madri” di Myrta Merlino e “Le donne corrono da sole” di Giulia Bongiorno. Un tema molto importante, quello delle donne. Due libri che narrano la gioia dell’essere donna dell’essere madre, la complessità dell’universo femminile. Sono intervenute le autrici e Silvana Roseto, segretaria confederale della UIL, ha moderato Patrizia Ravaioli, amministratrice dell’Ente strumentale Croce Rossa.
Per l’avvocato Bongiorno la parità di genere è solo formale. Si parte dalla violenza sulle donne, da Sara. Da una violenza che è conseguenza di un’idea malato un possesso. Quando Sara viene bruciata viva, come se fosse un oggetto, c’è gente che si gira dall’altra parte. “Fatti loro”, avranno pensato. Non possiamo più girarci dall’altra parte. Perché ancora un uomo che picchia una donna è incredibilmente nel nostro Paese un fatto privato. “Abbiamo ottenuto dei diritti sulla carta? Benissimo. Poi basta. Ma questo è il Grande Equivoco: pensare che avere un diritto sia la stessa cosa che vedersi riconosciuta la possibilità di esercitarlo. Non è così. Io non mi accontento. Io non mi arrendo”, per Giulia Bongiorno le donne hanno ancora tanta strada da fare. In un mondo dove esistono ancora giocattoli da maschi e giocattoli da femmine. E ha raccontato, divertita, la scelta di un regalo per il figlio: “Una volta in un negozio volevo un ferro da stiro e la commessa è inorridita. Io invece gliel’ho comprato. Così, da grande, le sue camicie se la stirerà da solo”.
Per Myrta Merlino le madri hanno il dovere di insegnare e dare l’esempio. Tutti ricorderanno la poderosa mamma di Baltimora (Usa), Toya Graham, che a suon di schiaffi trascina via il figlio da un pericoloso corteo contro la polizia. Il libro propone un collage di interviste, storie di madri eroiche, note e meno note, da Gabriella Corona, madre di Fabrizio, a Sandra che sceglie di adottare un bambino malato abbandonato in ospedale. La Merlino si pone un interrogativo: “Come sono diventate le madri italiane? Noi siamo il motore di questo Paese, ma ci sono dei difetti su cui serve fare autocritica”.
Troppo indulgenti, mamme chiocce, troppo amiche, difensori o sostitute dei figli. L’intervista alla preside del liceo Giulio Cesare di Roma, istituto chiamato in causa nello scandalo delle baby squillo, ci offre uno spaccato dello scontro quotidiano in atto tra scuola e genitori. “Noi spesso diventiamo gli avvocati difensori dei nostri figli, se un professore critica nostro figlio sta criticando noi come madri, ma non siamo su due parti diverse della barricata. Dovremmo legittimare il ruolo della scuola” , afferma la Merlino. Il libro si conclude con le storie di chi ha scelto di non essere madre come Emma Bonino. “La leader dei Radicali lo dice chiaramente: le madri non possono diventare il service provider dei figli, non si devono sostituire, non possono fare la fila al posto dei figli per l’iscrizione all’università – continua – queste sono tappe importanti per la crescita, per il passaggio all’età adulta, si devono sbucciare le ginocchia e rialzarsi, altrimenti si arriva ai trentacinquenni ancora sotto il tetto materno”.
Il punto di vista del sindacato è affidato a Silvana Roseto che sottolinea le domande che molte donne si vedono rivolgere nei colloqui per l’assunzione: “Ha figli?” “Ha intenzione di farne? È sposata?”. Donne e giovani che riescono a formarsi una famiglia quando “biologicamente” è troppo tardi. Mancano gli asili nido ma prima fra tutte mancano le condizioni per essere indipendenti dal punto di vista economico avendo alle spalle solo un impiego precario.
Una discussione interessante, molti temi, molti spunti. Abbiamo bisogno di Donne e di Madri per salvare il nostro Paese. Di politiche per le donne e con le Donne. Per i figli e con i figli. Al di là della distinzione di genere, è necessario rimettersi in moto. È necessario aprire le braccia e cambiare, partendo dal lavoro. Dall’indipendenza.