Elezioni, il bizzarro carnevale dei simboli

elezioni-comunali-2016a-di Antonio Tedesco-

Oggi si vota fino alle ore 23 in oltre 1300 comuni. Tredici milioni gli elettori interessati. Una tornata elettorale importante che interessa le principali città metropolitane italiane – Roma, Milano, Napoli, Bologna per citarne alcune – interessate dal rinnovo del consiglio comunale e del Sindaco.

È un’elezione su cui pesa l’incognita affluenza, perché il fenomeno dell’astensionismo oggi sembra trasversale ed è il primo partito in Italia. Vedremo quanti cittadini resteranno a casa o meglio andranno al mare. I primi dati sull’affluenza(alle ore 12 hanno votato circa il 18%) sembrerebbero scongiurarla. Il dato della Capitale, però, è il peggiore tra le grandi città. Qui non si arriva al 15%.

In attesa di vedere i prossimi dati sull’affluenza e di assistere allo “spoglio” dopo le 23, il dato che è emerso da questa tornata elettorale è la quasi scomparsa dei simboli di partito, che spesso si celano dietro a liste civiche anche nei comuni sopra ai 15.000 abitanti. La ricerca di Repubblica ha evidenziato come i simboli di partito siano scomparsi in due comuni su tre. Il simbolo del PD, ad esempio, è presente in appena l’11,6% dei comuni. Crisi della militanza? Fine dei partiti? O avanzata inesorabile dell’antipolitica?

Sono raddoppiate il numero delle liste civiche, senza connotati politici precisi che muoiono dopo una tornata elettorale. La predominanza delle liste civiche sui partiti non è sempre sinonimo di un risveglio “civile” della società attiva (anzi la Bindi ne ha sottolineato i rischi definendole spesso “varco per mafie” ) ma è un chiaro segnale della crisi della democrazia contemporanea fondata sui partiti.

Tutto sommato è sembrata una campagna elettorale accesa ma normale senza toni “violenti”. Come in ogni campagna elettorale non ci siamo fatti mancare nulla; anche questa è stata ricca di manifesti, volantini e “santini”. Strade e pagine web sono tappezzate di esemplari di ogni tipo: tra refusi, doppi sensi, scelte azzardate, slogan strani, liste bizzarre, qualche scandalo e candidati strambi e impresentabili. A San Marco in Lamis sul Gargano un candidato sindaco si è presentato al comizio conclusivo con un manichino, preferito a volti noti della politica regionale e nazionale. Attendiamo fiduciosi i primi dati augurando a tutte/i di esercitare al meglio il sacrosanto diritto/dovere del voto, perché votare è bello.

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