Europa, locomotiva cercasi

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-di SANDRO ROAZZI-

Economie al rallentatore. Locomotiva cercasi mentre da oltreoceano arriva il peggiore dato Usa sull’aumento degli occupati dal 2010 e le Banche Centrali di Germania e Francia rivedono al ribasso le stime del Pil dei rispettivi Paesi. Facile profeta, ieri, Draghi nell’evidenziare che la politica dei tassi bassi proseguirà a lungo. E chi si attendeva segnali dalla Fed dopo gli odierni dati sul mercato del lavoro potrà tranquillamente dedicarsi nell’immediato ad altro.


Non tutto è nero ovviamente, ma il colore prevalente resta il grigio con qualche sfumatura di azzurro un po’ stinto. Cominciamo con gli Usa che vedono crescere gli occupati di 38 mila unità contro attese che speravano in…164 mila posti di lavoro in più. Scende invece la disoccupazione sotto il 5%, dato utopico da noi, ma sembra che in questo caso siano gli scoraggiati a determinare il calo.

La Bundesbank vede un Pil tedesco con un +1,7% quest’anno (magari noi…), limata al ribasso di uno 0,1%. Peggio ancora nel 2017 (1,4% rispetto ad un precedente 1,7%). La Banca centrale francese invece lo fissa all’1,4% nel 2016 ed all’1,5% nel 2017 (stima precedente del 2016:1,5%). In entrambi i casi si confida nella ripresina della domanda interna trainata dai bassi costi dell’energia e da redditi in crescita (vale soprattutto per la Germania dove sono stati rinnovati importanti contratti). Sul versante dei prezzi, inflazione dormiente quest’anno nei due Paesi europei per poi risvegliarsi oltre l’1% nei due prossimi anni. Ma l’obiettivo del 2% che segnerebbe la fine della “cura” Bce sembra un miraggio.

Fanalino di coda nelle stime del Pil quest’anno (+1% o al massimo +1,1%), nel 2017 ci allineeremmo, secondo le stime del Def governativo ai valori di Francia e Germania ma in un contesto nel quale mancherà per tutti un vero cambio di passo. E le stime ovviamente non scontano i rischi incombenti, dalla Brexit alle variabili di un’economia mondiale infarcito di incertezze. Sarà difficile in questo scenario contestare la rotta della Bce, mentre sarebbe auspicabile una accelerazione delle convergenze europee in politica economica, chieste a suon di… rimproveri anche da Bankitalia qualche giorno fa. La parola chiave? Coraggio.

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