Congresso Repubblicano
Il re si presenta alla porta del palazzo dove si tiene il congresso del partito repubblicano.
– Voi qui? Qui si sono riuniti i demolitori della monarchia.
– E chi l’ha demolita più di me! http://www.scalarini.it
-di FRANCESCA VIAN-
Pietro Nenni, durante la battaglia per la repubblica, se ne uscì con “O la repubblica o il caos”. E’ una formula stilistica chiamata aut-aut. L’aut-aut punta, emotivamente, sulla mancanza di una via d’uscita al di fuori dei due membri della proposizione alternativa: o x, o y. Essa si svolge generalmente all’insegna della lapidarietà ed è volta a generare un effetto drammatico.
Nella trasmissione della Rai “Pietro Nenni, anima socialista”, di Enrico Salvatori (http://www.raistoria.rai.it/articoli/pietro-nenni-anima-socialista/32269/default.aspx), lo slogan fu ricordato sia da Giuseppe Tamburrano, sia da Giorgio Benevenuto.
Nenni inventò altri aut-aut, nei momenti di tensione più concreta, in cui era volto al conseguimento di obiettivi precisi. Negli articoli, invece, di critica alla società presente (ad esempio nei primi anni Venti) lo schema è meno presente.
In questo caso di aut – aut, Nenni non propone, in verità, una vera alternativa. Non si dice, per esempio “O la repubblica, o la reazione”: il secondo membro è “il caos” che ovviamente nessuno vuole; è una parola tra l’altro molto generica, che sottintende una cosa universalmente considerata spiacevole. E’ un’astuzia retorica effettivamente molto forte, e per questo anche discutibile, tant’è che un sito monarchico lancia ancora la sua invettiva contro questo slogan di Nenni.
Diamo però l’attenuante a Nenni, per avere sfoderato questo aut- aut così perentorio: l’Italia a cui la monarchia condusse gli uomini che vissero il 1943, il 1944, e nel nord anche il 1945 era molto peggiore del caos.
E del resto, come sentenzia il grande Scalarini, nessuno ha demolito la monarchia italiana più dello stesso re Vittorio Emanuele III, che ha avuto la regìa dell’Italia per quarantatré anni drammatici (Giuseppe Scalarini, Sempre Avanti!, 17 febbraio 1946, http://www.scalarini.it).
Tant’è che effettivamente io mi sentirei ora di ripetere, nuovamente, dopo settant’anni: “O la repubblica o il caos”.
Se già la repubblica, di suo, un po’ di caos lo fa, immaginiamoci la monarchia! Meglio dare retta alla prima donna ministro della repubblica italiana, alla donna veneta che dopo avere fatto la Resistenza ancora minorenne, ha scoperchiato la pentola della P2, alla donna che riteneva fosse un insopportabile tradimento prevaricare la repubblica e i valori della Costituzione, con la “politica sommersa”, con “la democrazia manipolata”.
“Attenti, che nessuna vittoria è irreversibile. Dopo aver vinto, possiamo anche perdere, se viene meno la nostra vigilanza su quel che vive il paese, su quel che c’è nelle istituzioni. Noi non possiamo abdicare. Dobbiamo ogni giorno prenderci la nostra parte di responsabilità, perché solo così le vittorie che abbiamo avuto sono vittorie permanenti.” (Tina Anselmi, http://www.raistoria.rai.it/articoli/tina-anselmi-la-grazia-della-normalit%C3%A0/32732/default.aspx ). francescavian@gmail.com
Ho avuto solo tre occasioni di contatto diretto con Tina Anselmi, quando era Ministro della Sanità: una telefonata per convincermi di accettare la proposta di far parte del Comitato nazionale per la programmazione sanitaria , un incontro presso la sua casa di Castelfranco Veneto, un incontro presso il Ministero il 4 maggio 1979 per la presentazione della bozza del Piano sanitario nazionale, a soli 4 mesi dalla approvazione della legge istitutiva del Servizio sanitario nazionale. Mi sono bastati per capire la grandezza della personalità politica di Tina Anselmi: senso profondo della democrazia, trasparenza assoluta, chiara visione del futuro auspicato. Sono profetiche le parole di Tina Anselmi con cui Francesca conclude questa interessante puntata su Pietro Nenni.
Ha fatto bene Francesca Vian a ricordare,oggi, nella festa della Repubblica, Tina Anselmi.
La Tina,( così la chiamano ancora nel suo paese, nel Veneto) giovane partigiana e prima donna ministro,
possedeva doti straordinarie di coerenza e correttezza, Sarebbe stata un grande Presidente della nostra Repubblica. Anche Tina ha regalato a noi italiani questo giorno di festa. E noi la ringraziamo.