-di SANDRO ROAZZI-
“A testa alta” arrivano a Roma migliaia di pensionati per manifestare a Piazza del Popolo. Quelli che una volta furono definiti le pantere grigie del movimento sindacale Cgil, Cisl, Uil. Un movimento che negli anni Novanta ebbe un forte ruolo nel recuperare l’immagine dell’anziano come “risorsa” per la società. Oggi sembrano passati anni luce visto che non di rado la condizione anziana viene posta in contrapposizione a quella giovanile.
Eppure non va dimenticato il contributo dei pensionati ai giganteschi “risparmi” della spesa pubblica negli ultimi venti anni, rilevantissimo se pensiamo che in un battibaleno fu eliminata la indicizzazione delle pensioni all’andamento dei salari, per poi a più riprese tagliare la rivalutazione al costo vita a milioni di pensionati.
Non a caso l’esodo verso altri Paesi non riguarda più solo i giovani ma anche nostri pensionati in cerca di un fisco più clemente: oggi sono come contribuenti ai primi posti dei Paesi Ocse; tanto che un inglese paga circa un terzo delle imposte a carico di un pari età italiano, un francese quattro volte in meno, uno spagnolo due volte.
Non va meglio anche nel confronto con i lavoratori dipendenti: non hanno gli 80 euro, hanno minori detrazioni quando spesso il loro reddito è fondamentale per il nucleo familiare, godono di una no tax area leggermente inferiore almeno fino ai 75 anni. Ma la lunga recessione ha aggravato anche le condizioni complessive dell’anziano sui servizi, sull’assistenza, sui consumi. Perfino sulla attesa di vita che si è leggermente ridotta. Bombardati per giunta da ricorrenti, disinvolte (e un po’ ciniche) notizie di interventi gladiatori sulle pensioni che certamente non giovano alla loro tranquillità psicologica. Eppure, malgrado tutto, proprio gli anziani sono stati un importante momento di tenuta sociale nella crisi.
In piazza rivendicheranno provvedimenti non più “punitivi” per la tutela de l potere di acquisto, l’ingresso nella platea di coloro che hanno gli 80 euro, fondi per l’autosufficienza più cospicui dei 400 milioni stanziati quando ne servirebbe qualche miliardo per sancire una dignitosa giustizia sociale. E chiedono che si adotti la flessibilità per andare in pensione, rifiutando di essere considerati la vera causa dei guai dei loro nipoti. Anche perché i 79 mila lavoratori anziani in cerca di occupazione nel 2008, nel frattempo sono diventati oltre 200 mila Insomma una soluzione appare urgente. E a Piazza del Popolo si udirà nuovamente la richiesta di dividere l’assistenza dalla previdenza per fare chiarezza sui conti dell’Inps. Poi l’attesa per il confronto del 24 maggio fra Cgil, Cisl e Uil ed il Ministro Poletti. Si faranno sentire: manifestano, non va sottovalutato, in rappresentanza di oltre 13 milioni di ultra65enni che da qui a pochi anni diventeranno un terzo degli abitanti del Bel Paese.