Sblocchiamo la legge contro l’omofobia

omofobia-scuola-di VALENTINA BOMBARDIERI-

Il 17 maggio 1990 l’omosessualità venne rimossa dall’Organizzazione mondiale della sanità dalla lista delle malattie mentali. Nel 2004 l’Unione Europea istituì la giornata internazionale contro l’omofobia. Una giornata particolarmente sentita a pochi giorni dall’approvazione della legge sulle Unioni Civili. Ancora più sentita considerando che in 75 Stati l’omosessualità è reato, punita in 13 addirittura con la pena di morte. I dati sono allarmanti: i casi di discriminazione sono stati 104, denunciati solo sui mass media. Ma sono solo la punta dell’iceberg. Vengono segnalati centinaia di casi nascosti dalla paura di denunciare.

Per quanto l’Italia si stia avvicinando a un paese perlomeno civile c’è ancora molto da fare. La proposta di legge contro l’omofobia è ferma al Senato dal 19 settembre 2013. Molte le proposte di modifica, tra le altre quelle de Movimento Cinque Stelle che propongono in caso di condanna l’obbligo di lavorare da sei mesi a un anno in un’associazione che tutela omosessuali, bisessuali, transessuali o transgender. Il provvedimento dovrebbe introdurre nel nostro ordinamento il reato di discriminazione e istigazione all’odio e alla violenza omofobica.

Anche Sergio Mattarella oggi ha dedicato un pensiero alla giornata: “La Costituzione richiede, all’articolo 2, di garantire il pieno rispetto dei diritti fondamentali di ognuno, non solo come singolo ma anche nelle formazioni sociali in cui si realizza la sua personalità. E la Corte costituzionale ci ha ricordato che la realizzazione di questi diritti, non può essere condizionata dall’orientamento sessuale, perché tra i compiti della Repubblica vi è quello di garantire il libero sviluppo della persona nella vita di relazione”. Per il Presidente della Repubblica questa giornata “offre l’occasione di riflettere sulla dignità umana e sul diritto di ogni persona di percorrere la vita senza subire discriminazioni”. “Il pregiudizio – continua – deve essere contrastato attraverso l’informazione, la conoscenza, il dialogo, il rispetto”. Non accettare la diversità “genera violenza e per questo va contrastata con determinazione. È inaccettabile che l’orientamento sessuale delle persone costituisca il pretesto per offese e aggressioni”.

Perché una giornata per combattere l’odio? Perché questa percezione della diversità? E perché mai diverso è uguale a sbagliato? Da un punto di vista psicologico la preoccupazione del diverso, e di conseguenza del disordine rispetto ad un’identità precostituita, crea un forte disagio. Si pratica in molti casi una tolleranza “pelosa”, carica di sopportazione. Ma la tolleranza vera è altra cosa: è accettazione degli altri, di tutti gli altri, senza riserve mentali o ipocrisie.

 

Valentina Bombardieri

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