Le vite spezzate dal lavoro

 

            -di SANDRO ROAZZI-          

Morti sul lavoro, torna l’allarme. Nel 2015 l’Inail comunica che le denunce dei decessi sono cresciute del 16% rispetto all’anno precedente anche se quest’anno sono nuovamente in calo. Pur essendo stato il 2015 un anno di… convalescenza dopo la recessione, ancora una volta sembra riproporsi quello schema doloroso che vede con il riattivarsi delle attività economiche anche la ripresa di morti ed infortuni. E questo fenomeno ha in buona parte probabilmente una matrice purtroppo ben conosciuta: lavoro nero.
Il ricorso al lavoro irregolare in tempi di penuria di occupazione e dopo anni di crisi evidentemente ha accresciuto il suo peso malgrado oggi le sanzioni siano più severe di un tempo. Ed a farne le spese di questa situazione sono in misura maggiore del solito i lavoratori extracomunitari, meno protetti contrattualmente oltre che pagati meno.

Passi in avanti erano stati fatti: con il Durc contrattuale ad esempio che mette in chiaro il rapporto di lavoro sul piano contributivo, l’affinamento dei controlli, l’inasprimento delle sanzioni. Ma lo tsunami della recessione ha compromesso questo equilibrio ed ora si registrano i suoi effetti negativi anche sul terreno più importante, quello del valore della vita. Un campanello d’allarme da prendere sul serio: la ripresa economica deve poter procurare più posti di lavoro, non più vite spezzate.

fondazione nenni

Via Alberto Caroncini 19, Roma www.fondazionenenni.it

Rispondi