L’Europa dal Muro ai muri

-di MARTINO LONGO-

Il 12 Aprile, sul lato austriaco del Brennero si è dato il via alla costruzione di una barriera, che in caso di necessità sarebbe usata per limitare l’accesso di migranti provenienti dall’Italia. Una scelta definitiva che significherebbe dare un altro duro colpo al già fragile trattato di Schengen. Nonostante le rassicurazioni del governo austriaco che “Farà di tutto per evitare misure drastiche al Brennero” parole pronunciate dalla ministra dell’interno Johanna Mikl-Leitner, il messaggio arriva forte e chiaro all’Italia “Dei nuovi profughi in arrivo dovrà occuparsi l’Italia. Sarà l’Italia a identificarli e gestirli”. Altrimenti? “La nostra volontà di non intervenire al Brennero ha assoluta necessità del supporto italiano. Noi austriaci abbiamo fatto il possibile per sostenere i richiedenti asilo: adesso l’impegno dovrà concentrarsi sull’integrazione di chi ha ottenuto il diritto a restare”, ha continuato la ministra intervistata dal Corriere della Sera.

            La strategia Austriaca è chiara e duplice: da un lato in vista delle elezioni presidenziali i socialdemocratici devono passare all’offensiva, per non mostrarsi succubi, agli occhi degli elettori, delle decisioni di Roma e Berlino. Infatti se l’Italia continuerà a far passare i migranti indiscriminatamente e la Germania comincerà a respingerne sempre di più ai suoi confini, l’Austria si trasformerebbe in una sorta di sala d’attesa. Dall’altro continuare a far pressione sull’Europa per un inasprimento delle politiche d’asilo vigenti nel concordato di Dublino, nel frattempo infatti, l’unica soluzione per il ministro della Difesa austriaco Hans Peter Doskozil è “proseguire con gli annunciati controlli di confine” e “In caso estremo chiudere completamente il Brennero”.

            La poca lungimiranza dimostrata dal governo austriaco ancora una volta, mostra la deriva populistica che ha colpito l’Europa tutta. Di fronte ad un problema complesso come quello dei migranti, la soluzione più semplice, infatti è quella di erigere muri e barriere, che rassicurano il popolo, terrorizzato dalle “invasioni” migratorie, ma allo stesso tempo trasformando sempre più i territori statali, in patrie galere. Erigendo muri, si erigono nuovamente diffidenze e tensioni che sognavamo potessero essere abbattute da un Europa unita, invece riemergono ora, quando più che mai servono fiducia e coesione per affrontare un problema che da anni viene ignorato e che è ora giunto al suo apice. Abbandonarsi a facili soluzioni, come i muri o permettere un indiscriminato flusso migratorio, vorrebbe probabilmente significare la fine di Schengen e forse dell’Unione Europea. Quindi è giunto il momento di creare una nuova politica migratoria e d’integrazione, che riguardi tutti gli stati dell’Unione, per non lasciare a singole nazioni l’impossibile compito di gestire tutto il flusso migratorio e così finalmente abbattere i muri che da anni sono eretti tra gli stati Europei, muri fatti non solo da cemento e filo spinato, ma muri da silenzi e  ipocrisie. Solo così si può trovare una soluzione all’incessante grido d’aiuto che sale e cresce anno dopo anno, dalle coste italiane e greche, confini di un Europa che se vuole sopravvivere deve tornare necessariamente ad essere unita.

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