-di SANDRO ROAZZI-
Secondo Bankitalia quasi “tre italiani su quattro sono analfabeti funzionali” vale a dire sanno leggere ma non capiscono quel che leggono. La considerazione si riferisce in particolare al rapporto difficile con contratti, stipule di polizze e mutui, temi economici vari. Conclusione: un pezzo di popolazione italiana è incapace di tenere il passo con i tempi, il mondo cambia, loro non afferrano…il senso del mutamento.
A questo punto vien voglia di tornare con la mente al benemerito maestro Manzi che in Tv, quella in bianco e nero, liberava dall’analfabetismo, quello vero, donne ed uomini che non avevano avuto la fortuna di studiare soprattutto per ragioni di povertà. E il pensiero va alla scuola di Barbiana di Don Milani che intendeva riscattare i giovani dall’emarginazione attraverso il possesso, unico possibile, della cultura. Ed alle 150 ore, formidabile scelta contrattuale dei metalmeccanici che permise a tanti lavoratori di raggiungere un titolo di studio. Di questa “animazione” oggi non si vede traccia.
Ma spunta anche qualche domanda: con il prestigio che si ritrova come mai Bankitalia non ha mai fatto, o fa, una campagna culturale ad esempio per introdurre lo studio dell’economia nelle scuole già dai 10-11 anni di età? E perché nessuno si è opposto alla demolizione di quella struttura formativa che spingeva ad analizzare, ad affidarsi alla logica per trovare le soluzioni giuste, a partire dall’approccio…famigerato con il “latinorum”? E perché ci si è dimenticati con tanti professori in giro della terza età?
Un sussulto, per favore. Almeno per non assistere a prove da “ciucci” in tv quando sono di scena i quiz…