Anziani, argini alla povertà             

 

-di SANDRO ROAZZI-

        Quasi un milione e mezzo di famiglie nel 2014, anno di recessione, era sotto la soglia di povertà. Anzi, secondo l’Istat in uno stato di povertà assoluta e quindi sotto la soglia media di quei 1041 euro di spesa mensile che naturalmente varia dal nord al centro ed al sud e muta anche secondo il profilo, più o meno numeroso, del nucleo familiare. La povertà assoluta sommerge ben 4 milioni di persone, il 6,8% della popolazione.

Constatazione amara ma pur sempre…statistica. Vale a dire che coloro che vivono sopra la soglia di povertà non è detto che vivano senza il problema di arrivare alla fine del mese, magari con l’angoscia di perdere il posto di lavoro. E va detto anche per onestà che nel mondo c’è chi sta molto peggio: la Banca mondiale fissa ad un dollaro e 25 centesimi la soglia di povertà assoluta, neanche 40 dollari al mese e non è esercizio teorico purtroppo.

        Ma i dati Istat sono rivelatori di un disagio verso il quale si dovrebbe fare più attenzione, riducendo (rinunciando?) i luoghi comuni. In primo luogo le famiglie numerose pagano il prezzo più alto, specie se sono al sud. Ed anche  questo spiega la silenziosa fuga di giovani dalle nostre regioni meridionali. Ma segnala anche una carenza di politiche mirate a questi tipologie di famiglie, certamente in declino ma non inesistenti, tutt’altro.

        Viceversa le famiglie dove c’è uno o più anziani se la passano meglio. Non bene, solo un po’ meglio. Alla faccia, possiamo dirlo, di coloro che insistono sulla divaricazione di interessi fra giovani e pensionati. Ed invece no: il contributo degli anziani al reddito familiare conta e talvolta può perfino essere una ciambella di salvataggio nel burrascoso mare della nostra vita economica. Se in uno stato di povertà  vive il 18,6% di famiglie con 3 figli a carico, la percentuale scende sotto il 5% con la presenza di anziani nel nucleo familiare.  In questo caso, insomma, i giovani non si impoveriscono a causa delle  pensioni degli anziani, ma mangiano, vanno  a scuola, si vestono anche perché gli anziani partecipano economicamente alla società familiare.

        Ma il tema della povertà non è il solo a offrire spunti di riflessione. L’Inps informa che calano le domande di disoccupazione mentre cresce l’incidenza della cassa integrazione. Quest’ultima però, oggi, è sempre più anticamera della perdita del posto di lavoro. Insomma va meglio ma non troppo. Si vede poco ma la mappa della industria italiana a fronte di realtà dinamiche è anche costellata da decine di vertenze per ristrutturazioni aziendali al centro delle quali c’è il taglio occupazionale. Anche se non se parla, questo scenario porta acqua al mulino delle tante incertezze italiane. E lascia la nostra economia in bilico.

fondazione nenni

Via Alberto Caroncini 19, Roma www.fondazionenenni.it

Rispondi