Consoliamoci, negli Usa hanno Trump                                                     

 

 -di ANTONIO MAGLIE- 

L’Al Cafone della prateria, Donald Trump, precipitando in un delirio di onnipotenza da campagna elettorale, ha mandato in onda la rappresentazione più tragicomica di sé. E’ vero, al dogma dell’infallibilità papale non dà più credito nemmeno il diretto interessato, ma che a una figura come quella del Pontefice, al di là dell’essere o meno credenti e dell’essere o meno praticanti, vada portato il rispetto che si riserva a tutte le “cattedre” dotate (almeno in teoria) di autorità morale, è veramente la cosa più banale di questo mondo. Poi, si può condividere o non condividere, accettare completamente  il suo messaggio etico o solo in parte o anche rifiutarlo in blocco. E’ evidente che un laico può agevolmente concordare con le posizioni di questo Papa relativamente alle questioni sociali (le diseguaglianze crescenti, lo sfruttamento autodistruttivo dell’ambiente, il rifiuto di una società schiacciata sugli interessi dei ricchi come Trump e, contemporaneamente, disinteressata a tutti gli altri che vengono sacrificati sull’altare dei processi bulimici di arricchimento);molto meno può accettare le sue posizioni sui diritti civili ancorché più rispettose (rispetto alle ingerenze di Bagnasco e Ruini) delle dinamiche istituzionali (“non mi immischio”, ha detto a proposito delle vicende parlamentari che stanno accompagnando il dibattito sulle unioni civili). Che un palazzinaro sino a ieri più noto (insieme alla sua ex moglie, Ivana) alle cronache mondane che alle aule morali, con un parrucchino che sembra un gatto spalmato sulla testa, entri in dialettico conflitto etico con il Papa, sinceramente farebbe sorridere se tutto questo non riguardasse la corsa alla più importante poltrona del mondo, quella di Presidente degli Stati Uniti.

E, almeno da questa parte dell’Oceano, finisce per apparire veramente strano che questo signore, evidentemente più abile con il calcestruzzo che con l’elaborazione politico-intellettuale, che ha insultato in questo scorcio di campagna elettorale, più o meno tutti (gay, donne, latinos) possa incontrare un consenso probabilmente non maggioritario ma indubbiamente vasto, all’interno di una nazione che da decenni si propone come “guida” del mondo occidentale, cioè di quel pezzo di pianeta votato alla democrazia e al rispetto delle libertà. Concetti quelli di Democrazia e libertà che, comunque, non sempre hanno avuto significati analoghi alla Casa Bianca a seconda che si parlasse di Europa Comunista o di America Latina  nelle mani di dittatori sanguinari però fedeli a Washington (uno strabismo che a dir il vero ha in qualche misura riguardato anche un Papa come Giovanni Paolo II nei primi mesi del pontificato). Normalmente ci lamentiamo dello spettacolo che offre la politica in Italia ma al confronto di Trump certe figure tapine del nostro piccolo mondo antico finiscono per assumere caratteri quasi giganteschi pur nella loro acclarata mediocrità.

L’uomo che al pari di Cecco Angiolieri sembra voler dire “s’i fosse foco, arderei ‘l mondo”, ha pure spiegato a Francesco i motivi che dovrebbero indurlo a stare dalla sua parte: “Tutti sano che l’obiettivo ultimo dell’Is è attaccare il Vaticano e il Papa dovrebbe pregare che Donald Trump diventi presidente perché così questo non accadrà”. Per quanto Obama non abbia mietuto in politica estera risultati eccezionali e la sua condotta sia stata spesso tentennante, non c’è proprio nessuna argomentazione che possa essere portata a sostegno di una affermazione simile. Anzi, Trump dovrebbe ricordare che sono state proprio le scelte da sceriffo (concimate con un bel po’ di bugie) del repubblicano George W. Bush a far precipitare il mondo nell’attuale condizione di totale insicurezza. Il Papa che ha evidentemente più dimestichezza con l’intelletto che con il cemento armato, ha provato a nobilitare il confronto citando Aristotele. Fatica sprecata perché l’Al Cafone della prateria ha probabilmente scambiato Aristotele per una nuova marca di marshmallow.

antoniomaglie

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