Le parole d’autore di Pietro Nenni (nona puntata)

 


 di Francesca Vian –

SUA ECCELLENZA, UN TITOLO ABOLITO

nenni fumettoIl titolo di “Eccellenza” ha origini medievali, ma fu ben codificato dal fascismo, che ne fece uno dei suoi bastioni. Il regio decreto del 16 dicembre 1927, n. 2210, ne assegnava l’uso a una lunga serie di cariche pubbliche, ordinate secondo la gerarchia delle “precedenze a corte”, primi fra tutti i Cavalieri dell’Annunziata, massima onorificenza dei Savoia.

Nel Consiglio dei ministri del 26 giugno 1945, Pietro Nenni propone l’abolizione del titolo di “Eccellenza”, così intriso di Fascismo. Sono tutti d’accordo. De Gasperi, ministro degli Esteri, fa una lieve obiezione di forma, temendo delle conseguenze nel cerimoniale diplomatico. Niente di che. La proposta passa in un lampo. Ricordiamoli questi ministri: Parri Ferruccio (presidente), Brosio Manlio e Nenni Pietro (vicepresidenti), De Gasperi Alcide, Togliatti Palmiro, Scoccimarro Mauro, Soleri Marcello, Jacini Stefano, De Courten Raffaele, Cevolotto Mario, Arangio Ruiz Vincenzo, Romita Giuseppe, Gullo Fausto, La Malfa Ugo, Scelba Mario, Gronchi Giovanni, Ruini Meuccio, Molè Enrico, Lussu Emilio, Barbareschi Gaetano.

Due giorni dopo, Umberto di Savoia firma il decreto legislativo luogotenenziale: “In virtu’ dell’autorità a Noi delegata (…) / Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri; /Sulla proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri, Primo Ministro Segretario di Stato;/ Abbiamo sanzionato e promulghiamo quanto segue: /Art. 1. / Il titolo di eccellenza, attribuito dal R. decreto 16 dicembre 1927, n. 2210, e successive modificazioni ed integrazioni, è Abolito”.

Ma il provvedimento non basta a far cessare l’uso di “Sua” o “VostraEccellenza. Una nota ministeriale del 1956 ne ricorda l’abolizione. Non basta ugualmente.

Il linguista Bruno Migliorini, nel 1963, scrive: “Il titolo di Eccellenza, attribuito con una certa larghezza durante il periodo fascista, abolito (…), si continua a usare spesso” (in Parole Nuove).

Pochi anni dopo, Gino Pallotta, giornalista, autore di un Dizionario di politica che si legge come un romanzo, scrive che il titolo di “Eccellenza” è “sempre reverentemente affibbiato” (nella seconda edizione del dizionario scrive “cerimonialmente”). Aggiunge poi: “Ai primi del 1964, tornato a palazzo Chigi (come Vice Presidente del Consiglio), l’on. Nenni provvedeva a far togliere in tutta la sfera di sua competenza le molte etichette di ‛Eccellenza’ che facevano bella figura sulle porte dei diversi dignitari. Inviti a fare altrettanto anche in altre centrali del potere politico.

Oggi, scrive il dizionario Treccani, il titolo si è “conservato in consuetudini soprattutto regionali”.

Eccellenza è una parola dotta, derivata dal participio presente del verbo excĕllere (superare), cioè salire (cĕllere) oltre (ex). Non può certo essere la carica pubblica che ti fa eccellere, nel senso etimologico del termine, cioè “salire oltre”. Riesce ad eccellere, cioè a cĕllere (salire) ex (oltre), chi non sale sopra gli altri, chi testimonia “l’aspirazione a una società diversa, dove soltanto gli interessi collettivi contano, e la vita non è una rissa per arricchire” (Pietro Nenni, Avanti!, 20 aprile 1922, pagina 2).

Una personalità eccellente di fatto, non di nome, è stata ricordata dalla signora Annamaria, la scorsa settimana, nei commenti a queste pagine: Silvio Barbato, prelevato a casa sua dai fascisti alle ore cinque di domenica 11 giugno 1944, e fucilato, senza alcun motivo diverso dal fatto di essere socialista. Alessandro Candido ricorda: “Sempre combatté perché le finalità del socialismo si realizzassero e le umili classi avessero libertà, pace e civile dignità”. Massimo esponente del socialismo veneto, si prodigò infatti con entusiasmo e intelligenza, per sessantaquattro anni, a favore delle classi lavoratrici, con la particolare sensibilità che gli derivava anche dall’essere fortemente ipo-udente. Profondamente pacifista, era solito dire: “La violenza non persuade nessuno; anche se trionfa, il suo potere non sarà duraturo, in quanto non ha al seguito delle masse educate e maturate spiritualmente, ma soltanto sottomesse dalla brutalità del metodo”. Salvatore Paternicò riporta: “Il giorno dei funerali, il cimitero era stracolmo di cittadini venuti da ogni parte. I fascisti della caserma di via San Marco per disperderli azionavano le sirene dell’allarme aereo, erano i giorni in cui gli inglesi bombardavano i vicini ponti sul Brenta. Nessuno si mosse; tutti rimasero fermi al loro posto” (in “La Resistenza”).

Un anno dopo, liberata l’Italia, la sezione provinciale di Padova del Partito socialista di unità proletaria, partito guidato a livello centrale da Pietro Nenni, torna in edicola con il suo Eco dei lavoratori, dopo vent’anni, dedicando il primo numero proprio al ricordo di Silvio Barbato. Si ricomincia da lui. Il caso vuole che io abbia insegnato per un breve periodo, qualche anno fa, proprio accanto alla piazza dedicata a Silvio Barbato, a Ponte di Brenta, sobborgo orientale di Padova. E’ ancora vivissima la sua memoria e vorrei dire la “devozione” per questo socialista straordinario, strappato alla vita una mattina d’estate.

Eccellenze di fatto, non di nome. Eccellenze che salgono (excellunt) oltre, mai che salgono (excellunt) sopra gli altri. Eccellenze per meriti, non per titoli.

Ci ritroviamo presto con la politica della porta sbarrata.

francescavian@gmail.com

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Via Alberto Caroncini 19, Roma www.fondazionenenni.it

One thought on “Le parole d’autore di Pietro Nenni (nona puntata)

  1. Molto interessante anche questa nona puntata. Pertinente e commovente il riferimento a Silvio Barbato. Fin da piccolo, sono nato nel 1933, ho avuto sempre grande fastidio ascoltare la parola “eccellenza” associata con “autorità”, invece che la sola citazione del ruolo della persona. Mi pare che l’uso rimanga ancora abbastanza diffuso in ambito ecclesiastico, speriamo che venga abolito presto anche in questi contesti.

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