-di FRANCESCA VIAN-
CORRENTE
La parola “corrente” nell’accezione politica salta fuori dalla penna di Pietro Nenni il 4 gennaio 1922, mentre si trova in Francia come corrispondente dell’Avanti! già da otto mesi. In questo periodo egli tratta spesso le divisioni all’interno dei partiti, del sindacato e di altri organismi francesi, chiamandole tendenze, frazioni, divisioni.
Il 4 gennaio 1922, in “La crisi delle Alleanze” (Avanti!, pag. 1), sta spiegando le fratture all’interno del partito comunista francese: “L’episodio delle elezioni del C. D. (Comitato Direttivo, ndr) resta un sintomo eloquente delle correnti dominanti nel partito”. Prosegue quindi per tutto il lungo articolo a chiamare le divisioni con i nomi usuali. “Corrente” è qui usata una sola volta in un’accezione nuova, ma Nenni poi vi si affeziona, e la voce ha fortuna con il significato di: “In un partito politico gruppo organizzato che segue una linea non sempre coincidente con quella della maggioranza”.
Dobbiamo al vignettista dell’Avanti! Giuseppe Scalarini un precedente esplicito di “corrente”, a riprova della comunanza di temi, già evidenziata con “Schiarita” (terza puntata). Scalarini spesso nelle sue vignette richiama i concetti di Nenni, ma al tempo stesso, Scalarini crea un fondo culturale a cui Nenni e gli altri socialisti non possono non richiamarsi.
Nel bel mezzo del XVII congresso di Livorno, durato dal 15 al 21 gennaio 1921, Scalarini tratteggia le “correnti” di un fiume: le chiama “Unitari”, “Comunisti”, “Centristi”, le fa scorrere separate, e poi le riunisce, metafora della divisione del partito socialista, ma anche dell’auspicata unità. Invece il Congresso si conclude con la scissione e la nascita del Partito Comunista d’Italia. Scalarini non arriva alla parola nuova perché nella sua immagine la Natura rimane esplicita: le sue “correnti” sono quelle di un fiume. Si prelude però certamente all’imminente neologismo. E’ proprio così che può nascere una parola nuova: si accostano due situazioni del tutto diverse; successivamente si supera anche il momento comparativo e la parola è utilizzata direttamente nella nuova accezione.
In verità, per Nenni (ma anche per Scalarini) le “correnti” sono più spesso masse d’aria che d’acqua. Lo si desume, ad esempio, dal passaggio tratto dall’Avanti! del 6 maggio 1945 (pagina 1), in cui “corrente” non è nell’accezione partitica, ma è una forza diversa: è il vento della reazione, anch’esso tanto utilizzato sia da Nenni, sia da Scalarini.
“In verità noi avevamo prevenuto la manovra parlando recentemente in Calabria, in manifestazioni la cui grandiosità ci aveva commossi, di un vento del Sud che soffiava nella stessa direzione di quello del Nord, ma con un’intensità diminuita da correnti contrarie, le tradizionali correnti reazionarie del mezzogiorno, che l’organizzazione operaia è ancora troppo debole per abbattere da sola.”
Il Vento del Nord è una metafora, a cui corrisponde la metafora di Vento del Sud; in essa si incastra la corrente, che è un fenomeno del vento e che viene anch’essa traslata: in questo incastro non si sa più dove termini il vento e dove cominci l’idea. Questo interessante articolo non è stato ripubblicato: il citato “Vento del Nord” del 6 maggio 1945 non è compreso nella raccolta del 1978, “Vento del Nord”, a cura di Domenico Zucaro.
Vento di reazione (chiamato in genere uragano, tempesta, ciclone) e vento di rivoluzione sono entrambi fertili per il grande giornalista.
Per il vento di rivoluzione, è frequente il sinonimo “soffio”, cioè energia rivoluzionaria. Il soffio non è solo socialista, ma è ovunque vi sia l’Idea: “Rendiamo alla mozione votata a Cannes questa giustizia: che essa era animata di un soffio di idealismo che poteva fare un poco di bene al mondo che soffre.” (Avanti! 15 gennaio 1922, pagina 1)
Il vento non ha dogane: è internazionale, e l’idea che anima il suo “soffio” è internazionalista: “i popoli tutti che si affacciano nel Mediterraneo (…) riconquistata la loro libertà interna, in essa troveranno una leva potente per unirsi e far passare, laddove la guerra accese fermenti di odio, il soffio purificatore della solidarietà proletaria” (Avanti!, 2 settembre 1944, ripubblicato in Vento del Nord, 1978).
Nella prossima puntata “Prendere per il bavero”. francescavian@gmail.com
Giuseppe Scalarini, Avanti! 17 gennaio 1921, pagina 1